Eccezionale testimonianza d’arte paleocristiana, la Basilica di San Vitale a Ravenna è un esempio straordinario di fusione dello stile orientale con la tradizione e le maestranze locali. Una menzione a parte meritano i mosaici presenti all’interno della Basilica. San Vitale è entrata a far parte della lista Unesco dei siti patrimonio dell’umanità.
Basilica di San Vitale, capolavoro d’arte bizantina in Italia
La costruzione della Basilica di San Vitale iniziò nel 525 sotto il vescovo Ecclesio – quando al potere c’era Teodorico – e terminò nel 548 sotto il governo dell’Imperatore Giustiniano I. La consacrazione della Basilica toccò all’arcivescovo Massimiano. Ravenna fu scelta per la costruzione della chiesa perché si credeva che San Vitale fosse morto e sepolto proprio nella città romagnola (il santo, invece, era morto a Bologna nel 393).
L’unicità del complesso architettonico sta nel combinare elementi romani – la cupola, la forma dei portali, le torri- con elementi bizantini – l’abside poligonale, i capitelli, la costruzione in mattoni. Questa caratteristica fa della Basilica il luogo di culto cattolico per eccellenza di tutto il ravennate.

Gli interni della Basilica di San Vitale
Gli interni della Basilica
Al posto delle tradizionali tre navate, la pianta si presenta a forma ottagonale, sormontata da una cupola che poggia su otto pilastri e archi. La cupola e i nicchioni furono affrescati nel 1780 dai bolognesi Barozzi e Gandolfi e dal veneto Guarana.
All’interno, la pianta è composta da un deambulatorio ottagonale a due piani, che racchiude un ambiente centrale. Nel passaggio dall’uno all’altro si trovano delle esedre. Grande importanza ha la luce, che penetra da diverse angolazioni rendendo ancora più suggestivo l’interno grazie ai giochi luminosi imprevedibili.
Lo sfarzo, che si ammira percorrendo l’intero spazio, sembra annullare il peso della costruzione. Sul pavimento del presbiterio, di fronte all’altare, è rappresentato un labirinto, simbolo del peccato e del percorso verso la purificazione. Trovare la via d’uscita dal labirinto è, dunque, un atto di rinascita.
I mosaici
Una delle ricchezze della Basilica di San Vitale è senz’altro la decorazione musiva, chiara espressione dell’ideologia e della religiosità sotto il regno di Giustiniano I. Nella zona presbiteriale si trova il punto focale della decorazione con i due angeli in volo che reggono un clipeo cristologico solare.
Sul catino è posizionato il Cristo Pantocrator, assiso su un globo azzurro, tra due arcangeli, mentre regge – in una mano – il rotolo dai sette sigilli e con l’altra porge la corona trionfale a San Vitale. Sulla destra, è rappresentato il protovescovo Ecclesio, con il modello della chiesa da lui fondata.

I mosaici dell’abside all’interno della Basilica di San Vitale
Sulla vòlta a crociera del presbiterio, quattro angeli sostengono un clipeo con l’Agnus Dei. Ai lati del presbiterio si aprono due coppie di trifore, su ciascuna delle quali è presente una lunetta che ospita mosaici con i sacrifici di Abele e Melchisedec e una scena che rappresenta l’ospitalità di Abramo ai tre angeli e il sacrificio di Isacco.
Giustiniano I e Teodora
I mosaici più famosi della Basilica di San Vitale sono quelli che raffigurano l’Imperatore Giustiniano e la moglie Teodora. Entrambe le figure regnati sono rappresentate in uno sfarzo che ben si addice alla loro funzione politica e religiosa. Gli imperatori sono ritratti frontalmente, secondo una rigida gerarchia di corte, con al centro gli augusti, circondati da dignitari e da guardie. Accanto a Giustiniano è presente il vescovo Massimiano.
Evidente è il carattere bidimensionale della raffigurazione, tipico di tutta la pittura dell’età giustinianea. Se da un lato, dunque, la bidimensionalità porta verso un’astrazione delle figure e ad una rappresentazione ieratica, dall’altro non viene meno il tentativo di rendere reali e umani i volti dei personaggi ritratti. Il ruolo a metà fra l’umano e il divino che hanno gli imperatori viene sottolineato dalla presenza delle aureole. Assente è la prospettiva spaziale. I personaggi sono tutti su un unico piano e indossano vesti piatte.
Giustiniano, che porta sulle mani una patena d’oro, è preceduto da un suddiacono, da un diacono e dal vescovo Massimiano. L’imperatore è circondato da tre alti dignitari ed è seguito da un gruppo di soldati di guardia. L’imperatrice Teodora incede portando sulle mani un calice d’oro tempestato di gemme. Anche lei è preceduta da due dignitari civili ed è seguita da un gruppo di dame di corte.

Giustiniano I con la corte
I toni cromatici accesi esaltano la bellezza dei mosaici. L’imperatrice è ricoperta da un manto di porpora che nella parte inferiore reca un ricamo d’oro raffigurante i Re Magi che portano doni. Le scene dei due pannelli con Giustiniano e Teodora sono una rappresentazione dell’oblatio Augusti et Augustae, cioè dell’offerta dei vasi liturgici che l’imperatore e l’imperatrice bizantini facevano spesso alle più importanti chiese presenti nel territorio della loro giurisdizione.
L’organo
Nel matroneo della basilica, sopra l’ingresso, si trova l’organo Mascioni opus 797, costruito nel 1960. Lo strumento è stato suonato da alcuni fra i più grandi organisti del mondo ed è ogni anno utilizzato nel contesto del Festival Internazionale di Musica d’Organo di S. Vitale.
Patrimonio dell’Umanità
Straordinario capolavoro dell’arte paleocristiana e bizantina, la Basilica di San Vitale è, dal 1996, inserita nella lista dei siti italiani patrimonio dell’umanità dall’Unesco, all’interno del sito seriale “Monumenti paleocristiani di Ravenna”.