Il Barocco a Roma che non siamo abituati a vedere è celebrato nel catalogo “I bassifondi del Barocco. La Roma del vizio e della miseria”. Il volume, edito da Officina Libraria, presenta le opere dell’omonima mostra che si è conclusa lo scorso gennaio all’Académie de France (Villa Medici) a Roma, curata da Francesca Cappelletti, professore di storia dell’arte moderna dell’Università degli Studi di Ferrara, e Annick Lemoine, responsabile del dipartimento di Storia dell’arte dell’Accademia di Francia a Roma e professore all’Università di Rennes 2.
I bassifondi del Barocco, vita del ‘600 fra vizi e miseria
Gli angoli più bui di Roma, con i vizi e gli eccessi sono illustrati nelle opere in mostra, raccolte poi nel catalogo. Circa settanta dipinti realizzati a Roma nella prima metà del Seicento danno testimonianza visiva di una città segnata non solamente dal «bello ideale, ma dal vero». La realtà e la quotidianità della vita del tempo emergono prepotentemente nella loro durezza e verità. Da quei contesti rozzi e miseri è scaturita una produzione artistica che non ha nulla da invidiare a quella a cui siamo solitamente abituati.

La copertina del catalogo “I bassifondi del Barocco”
I paradossi e gli eccessi hanno fatto da humus per il genio artistico dei pittori che in quel periodo frequentavano la Capitale. Caravaggio, Manfredi, Lorraine e Velázquez sono solo alcuni degli autori che sono inclusi nell’esposizione. Prodotta dall’Académie de France di Roma e da Paris Musées – Le Petit Palais (Musée des Beaux-arts de la Ville de Paris), la mostra, che da Roma si è spostata a Parigi, presenta dipinti, disegni e stampe di artisti italiani, francesi, olandesi, fiamminghi e spagnoli. Ad arricchire il catalogo, di oltre trecento pagine, una mappa della città e una cronologia di Roma dal 1600 al 1660.
Roma, il polo d’attrazione per i più grandi artisti del tempo
“I bassifondi del Barocco” svela il lato oscuro e volgare della Roma del Seicento. Le realtà che vi trovano spazio sono quelle dei bassifondi, delle taverne, dei luoghi di perdizione. Insomma, l’altra faccia della medaglia della Città Eterna fastosa e virtuosa, il volto nascosto della Capitale dove trovarono ispirazione alcuni degli artisti più importanti del secolo.
Nel Seicento, infatti, Roma era il centro culturale più vivo e all’avanguardia d’Europa e attirava artisti da tutti i paesi. Italiani, francesi, olandesi, fiamminghi, spagnoli durante il loro soggiorno romano non si risparmiavano le avventure notturne nei bassifondi della città che diventarono, a loro volta, fonti di ispirazione.
Il catalogo raccoglie più di cinquanta opere, realizzate a Roma nella prima metà del XVII secolo da artisti provenienti da tutta l’Europa, tra cui Claude Lorrain, Valentin de Boulogne, Jan Miel, Sébastien Bourdon, Leonaert Bramer, Bartolomeo Manfredi, Jusepe de Ribera, Pieter van Laer. Non solo. Nel volume c’è spazio anche per i più grandi pittori Caravaggeschi, per i principali paesaggisti italianizzanti e dei Bamboccianti, che più di tutti hanno dedicato la loro produzione alla rappresentazione della vita comune di Roma e della campagna circostante.
Nel catalogo “I bassifondi del Barocco” sono raccolti quadri, disegni, stampe provenienti dai più importanti musei d’Europa, insieme alle opere che fanno parte di collezioni private, e che dunque sono meno conosciute al pubblico.