Surrealismo, movimento nell’arte visiva e della letteratura, fiorente in Europa tra le due guerre mondiali. Il surrealismo crebbe principalmente dal precedente movimento dadaista, che prima della prima guerra mondiale produceva opere di anti-arte che deliberatamente sfidavano la ragione; ma l’enfasi del Surrealismo non era sulla negazione, ma sull’espressione positiva.
Il movimento rappresentava una reazione contro ciò che i suoi membri vedevano come la distruzione operata dal “razionalismo” che aveva guidato la cultura e la politica europea nel passato e che era culminata negli orrori della prima guerra mondiale. Secondo il principale portavoce del movimento, il poeta e il critico André Breton, che ha pubblicato il Manifesto surrealista nel 1924, il Surrealismo era un mezzo per riunire i regni consci e inconsci dell’esperienza in modo così completo che il mondo del sogno e della fantasia si potevano unire al mondo razionale quotidiano in “una realtà assoluta, una surrealtà”. Attingendo pesantemente a teorie adattate da Sigmund Freud, Breton vide l’inconscio come la fonte dell’immaginazione.

Definì il genio in termini di accessibilità a questo regno normalmente non sfruttato, che, a suo avviso, poteva essere raggiunto da poeti e pittori allo stesso modo.
Nel poesia di Breton, Paul Éluard , Pierre Reverdy e altri, il Surrealismo si manifestava in una giustapposizione di parole che era sorprendente perché era determinata non da processi logici, ma da processi psicologici, cioè inconsci. I suoi maggiori risultati, tuttavia, erano nel campo della la pittura. La pittura surrealista fu influenzata non solo dal dadaismo, ma anche dalle immagini fantastiche e grottesche di pittori precedenti come Hieronymus Bosch e Francisco Goya e di contemporanei più vicini come Odilon Redon, Giorgio de Chirico e Marc Chagall. La pratica dell’arte surrealista ha fortemente enfatizzato la ricerca e la sperimentazione metodologica, sottolineando l’opera d’arte come mezzo per sollecitare l’indagine e la rivelazione psichicha personale. Il bretone, tuttavia, esigeva una ferma fedeltà dottrinale. Così, nonostante i Surrealisti abbiano tenuto una mostra collettiva a Parigi nel 1925, la storia del movimento è piena di espulsioni, defezioni e attacchi personali.
Quali sono le caratteristiche del surrealismo
Il surrealismo non ha uno stile unificato, ma, nella pittura, si può distinguere una serie di evidenze che rientrano tra due estremi. A un polo, lo spettatore si trova di fronte a un mondo completamente definito e minuziosamente dipinto ma che non ha alcun senso razionale: le immagini dipinte realisticamente vengono rimosse dai loro contesti normali e riassemblate all’interno di un quadro ambiguo, paradossale o scioccante. È esemplificato nelle opere di artisti come René Magritte e Salvador Dalí. All’altro polo, chiamato surrealismo organico, emblematico o assoluto, lo spettatore si confronta con immagini astratte, di solito biomorfe, che sono suggestive ma indefinite. Questo approccio è esemplificato da artisti come Jean Arp, Max Ernst e Joan Miró .

I più grandi pittori surrealisti
I maggiori pittori surrealisti erano Jean Arp ,Max Ernst ,André Masson ,René Magritte ,Yves Tanguy,Salvador Dalí, Pierre Roy, Paul Delvaux, e Joan Miró. Il lavoro di questi artisti è troppo vario per essere riassunto categoricamente come l’approccio surrealista nelle arti visive. Ogni artista ha cercato i propri mezzi di auto-esplorazione. Alcuni perseguivano spontaneamente una rivelazione spontanea dell’inconscio, liberato dai controlli della mente cosciente; altri, in particolare Miró, usavano il Surrealismo come punto di partenza liberatorio per un’esplorazione di fantasie personali, consce o inconsce, spesso attraverso mezzi formali di grande bellezza.
È possibile distinguere una serie di varietà che rientrano tra i due estremi. Ad un polo, esemplificato nel modo più puro dalle opere di Arp, lo spettatore si confronta con immagini, di solito biomorfe, che sono suggestive ma indefinite. Mentre la mente dello spettatore lavora con l’immagine provocatoria, le associazioni inconsce sono liberate e l’immaginazione creativa si afferma in un processo investigativo totalmente aperto. In misura maggiore o minore, Ernst, Masson, e Miró seguì anche questo approccio, chiamato in vario modo surrealismo organico, emblematico o assoluto. All’altro polo lo spettatore si trova di fronte a un mondo completamente definito e minuziosamente raffigurato, ma che non ha alcun senso razionale: le immagini pienamente riconoscibili e dipinte realisticamente vengono rimosse dal loro normale contesti e riassemblati all’interno di un quadro ambiguo, paradossale o scioccante.
Il lavoro mira a provocare una risposta comprensiva nello spettatore, costringendolo a riconoscere il “senso” intrinseco dell’irrazionale e logicamente inesplicabile. La forma più diretta di questo approccio è stata presa da Magritte in dipinti semplici ma potenti come quello che ritrae una normale tavola che include un piatto che regge una fetta di prosciutto, dal centro del quale fissa un occhio umano. Dalí, Roy e Delvaux hanno reso mondi alieni simili ma più complessi che ricordano scene avvincenti e avvincenti.
Un certo numero di tecniche specifiche sono state ideate dai surrealisti per evocare risposte psichiche. Tra questi c’erano frottage (sfregamento con grafite su legno o altre sostanze a grana) egrattage (raschiando la tela) – entrambi sviluppati da Ernst per produrre immagini parziali, che dovevano essere completate nella mente dello spettatore; disegno automatico, una registrazione spontanea, senza censure di immagini caotiche che “scoppiano” nella coscienza dell’artista; e trovato oggetti.

Con la sua enfasi sul contenuto e sulla forma libera, il Surrealismo ha fornito un’importante alternativa al contemporaneo, altamente formalistico. Il movimento cubista è stato in gran parte responsabile del perpetuare nella pittura moderna l’enfasi tradizionale sul contenuto.
Sebbene fosse un movimento dominato dagli uomini – e spesso considerato sessista – diverse donne di talento fecero irruzione, seppur brevemente, nel circolo ristretto di Breton. Molte delle donne avevano relazioni strette, di solito intime, con gli artisti maschili, ma fiorivano anche artisticamente ed esibivano in mostre surrealiste. Artisti come Dorothea Tanning, Kay Sage, Leonora Carrington e Meret Oppenheim erano membri essenziali del gruppo surrealista. Il loro ruolo nel movimento è stato esplorato in profondità dallo studioso Whitney Chadwick nel suo libro rivoluzionario Le donne e il movimento surrealista (1985).