Non è ancora partita e fa già parlare di sé l’esposizione “Kapoor Versailles” nella quale saranno in mostra le installazioni dell’artista anglo-indiano. Location la reggia di Versailles. Agli onori della cronaca è balzata in particolare un’installazione ribattezzata da Kapoor stesso “Dirty Corner”.
La vagina è un’enorme scultura che ha il nome di Dirty Corner
Al centro delle polemiche in Francia, l’enorme scultura d’acciaio disposta nel giardino di fronte al palazzo. Motivo dell’imbarazzo pare che sia la vaga somiglianza della scultura ad una vagina. Lo stesso Anish Kapoor ha definito il tunnel che costituisce l’installazione come la vagina della regina che prende il potere. “Dirty Corner”, a detta dell’autore, non ha una connotazione sessuale ben precisa.

L’installazione Dirty corner vista lateralmente. Fa parte della mostra “Kapoor Versailles”
Potrebbe trattarsi sia di un fallo sia di una vagina. Toccherà allo spettatore dare un’interpretazione personale. Il riferimento si fa ancora più significativo se si pensa che quest’anno a Versailles si celebrano i trecento anni dalla morte di Luigi XIV.
L’accoglienza negativa a Versailles
Tante le polemiche alla vigilia dell’apertura al pubblico. Il sindaco di Versailles ha espresso il suo disappunto sull’account Twitter. Così come anche alcuni esponenti di estrema destra che hanno utilizzato il social network per esprimere la loro contrarietà all’installazione in pubblico dell’opera. La mostra, che comprende altre installazioni di Kapoor in tutta la reggia, sarà aperta ai visitatori dal 9 giugno al 1 novembre.
Non è il primo anno che Versailles apre i battenti per accogliere l’arte contemporanea. Già a partire dal 2008 ogni anno un artista è chiamato a esporre nell’irripetibile location regale. Anish Kapoor incentrerà la sua esposizione sul potere politico e la sua rappresentazione a Versailles. Kapoor ha già esposto in Francia. L’ultima volta è stata nel 2011 al Grand Palais con il Leviathan.
Le origini di Kapoor
Anish Kapoor è uno scultore anglo-indiano. Nato sessantuno anni fa in India, a Bombay, da padre indiano e madre ebrea irachena, studia in Israele. Dopo la carriera scolastica si trasferisce a Londra e si iscrive alla scuola d’arte. I temi della sessualità e del maschile versus il femminile sono sempre stati al centro della sua produzione artistica. Nel 1979 ritorna alle sue radici facendo un viaggio in India.
La sua prima mostra arriva l’anno dopo a Parigi, mentre la prima personale è nel 1981 alla Coracle Press di Londra. Nel 1990 viene premiato alla Biennale di Venezia dove partecipa come rappresentante della Gran Bretagna. Un altro riconoscimento importante gli arriva nel 1991 quando vince il Turner Prize.
Le opere

Il Cloud gate a Chicago di Kapoor
Lavora spesso con le superfici riflettenti, che deformano le immagini che vi sono riflesse. Famoso è il Cloud Gate di Chicago. Commissionatagli da Millennium Park, l’opera rappresenta un enorme fagiolo lungo diciotto metri e alto nove di acciaio inossidabile. Si tratta in sostanza di un immenso specchio che riflette il paesaggio, il cielo e i passanti deformando ogni oggetto che vi si “guarda” dentro.
Kapoor ha realizzato dei progetti anche in Italia. “Earth Cinema” si chiama l’opera che ha realizzato per il Parco nazionale del Pollino. Una sorta di cinema di terra, in cui un taglio scavato nella terra per 45 metri di lunghezza permetterà alle persone di ammirare lo straordinario paesaggio naturale circostante.