Giorgio Vasari, è nato il 30 luglio 1511, Arezzo e morto il 27 giugno 1574 a Firenze, è stato pittore, architetto e scrittore, ma è conosciuto per le sue importanti biografie di artisti del Rinascimento italiano.
Ancora bambino, Vasari fu istruito da Guglielmo de Marcillat, ma la sua formazione decisiva fu a Firenze, dove godette dell’amicizia e del mecenatismo della Famiglia dei Medici, questa conoscenza si formò nella cerchia di Andrea del Sarto. Il Vasari successivamente divenne un ammiratore di Michelangelo e lo restò per tutta la vita. Come artista Vasari era allo stesso tempo studioso e prolifico. La sua pittura è rappresentata al meglio dai cicli di affreschi presenti in Palazzo Vecchio a Firenze e il cosiddetto affresco di 100 giorni, che raffigura scene della vita di Papa Paolo III, nella Cancelleria di Roma. I dipinti di Vasari venivano spesso prodotti con l’aiuto di una squadra di assistenti e a fine giornata di lavoro andava spesso a cena insieme ai suoi collaboratori da Alessandro Farnese insieme ad altri amici, anche loro uomini di gran cultura, fra cui Paolo Giovio. Le opere di Vasari sono nello stile dei Manieristi toscani e sono stati spesso criticati come facili, superficiali e privi di senso del colore. Gli studiosi contemporanei considerano il Vasari più bravo come architetto che come pittore. I suoi edifici sono tutti molto famosi ma certamente il più celebre è quello de Gli Uffizi a Firenze, iniziati nel 1560 per Cosimo I de Medici, ma anche altri creati per la chiesa, il monastero e il palazzo creati per i Cavalieri di San Stefano a Pisa. Questi disegni mostrano l’influenza di Michelangelo e sono esempi eccezionali dello stile architettonico manierista toscano.
La vita di Giorgio Vasari, Le vite
La fama di Giorgio Vasari si basa sul suo grande libro Le Vite de ‘più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani … (1550, 2a ed., 1568;Vite dei più eminenti pittori, scultori e architetti , 1850-52), che è stato dedicato a Cosimo de’ Medici . In esso Vasari offre la sua critica dell’arte occidentale attraverso diverse prefazioni e una lunga serie di biografie di artisti del tempo. Queste discussioni presentano tre periodi di sviluppo artistico: secondo Vasari, l’eccellenza dell’arte classica è stata seguita da un declino della qualità durante il Medioevo, a sua volta invertito da un rinascimento delle arti in Toscana nel XIV secolo , iniziato da Cimabue e Giotto e culminato nelle opere di Michelangelo. Una seconda edizione molto ampliata di Vite, che ha aggiunto le biografie di un certo numero di artisti, così come la stessa autobiografia del Vasari, è ora molto più conosciuta della prima edizione ed è stata ampiamente tradotta.
Lo stile di scrittura di Vasari nelle Vite è aneddotico, contiene quindi molti racconti e storie di vita quotidiana e molto leggibile. Quando i fatti scarseggiavano, tuttavia, non esitava a colmare le lacune con informazioni di dubbia veridicità. Anche il suo pregiudizio verso l’arte italiana (e più specificamente toscana) è innegabile. Nonostante questi difetti, il lavoro di Vasari in Le Vite rappresenta il primo esempio grandioso di moderna storiografia ed è diventata via via col tempo sempre più importante. Il canone degli artisti del Rinascimento italiano che ha stabilito nel libro dura ancora oggi ed è quasi diventato uno standard qualitativo. Inoltre, la traiettoria della storia dell’arte che ha presentato ha costituito la base concettuale per la cultura del Rinascimento e continua ad influenzare le percezioni popolari della storia della pittura occidentale.
Gli anni difficili di Giorgio Vasari
Gli anni quieti della sua permanenza a Firenze vengono brutalmente interrotti dalla morte del padre Antonio nel 1527. La morte del padre lo porta in una condizione di miseria. Per guadagnare qualche soldo inizia a realizzare opere di ogni tipo, tra cui pale d’altare nelle vicinanze di Firenze, ma anche ad Arezzo ed altre città. Sono anni duri che lo segnano molto. E’ in quel periodo che incontra Rosso Fiorentino, uno dei principali esponenti dei cosiddetti “eccentrici fiorentini”, i pionieri del manierismo in pittura. Il modo di creare di Fiorentino darà una nuovo slancio a Vasari che però modificherà anche leggermente la sua arte avvicinandola al modo del Rosso. Grazie a questi lavori però il Vasari riesce a stabilizzare le entrate della famiglia, erano a suo carico madre e dei fratelli minori. Ancora con più agiatezza pensa di costruire una casa, anche se non proprio grande, ma molto ricca di elementi artistici che tutt’oggi è visibile, è diventata un museo, ad Arezzo. La villa conserva affreschi di pregevole fattura, caratterizzati da una narrazione lieve, distesa, quasi poetica, specialmente nella camera di Abramo (ovvero quella nuziale)
L’ultimo periodo
Ormai al culmine della celebrità, Vasari in questo periodo ricevette numerose commissioni: fra queste, degna di nota è la realizzazione dello Studiolo in palazzo Vecchio, ove Francesco I de’ Medici intendeva raccogliere esemplari rari o bizzarri di storia naturale o artefatti.
Nel 1572, invece, Cosimo de’ Medici gli commissionò la progettazione delle Logge di Arezzo e la decorazione ad affresco della cupola del Duomo di Firenze, che però viene realizzata solo per un terzo. Fu quest’ultimo incarico a concludere il duraturo e stretto rapporto di amicizia e mecenatismo che legò Cosimo al Vasari: il Duca si spense infatti nell’aprile del 1574, e anche il Vasari morì a Firenze il 27 giugno dello stesso anno. I suoi resti vennero inceneriti in un’urna poi collocata sotto il pavimento della chiesa aretina di Santa Maria della Pieve.