Giovanni Boldini è un pittore italiano e artista dalle mille sfaccettature la cui biografia è inclusa tra i grandi maestri dei Macchiaioli pur non essendolo totalmente: le opere di Boldini, spesso dedicate alle bellezza femminile e ai ritratti di signore, lo consacrano come maestro italo francese del periodo delle Belle Époque. I rapporti con il padre Antonio e il contatto con colleghi illuminanti come Telemaco Signorini, il suo trasferimento a Parigi e la sua intensa vita artistica lo portano ad essere protagonista di ogni galleria d’arte moderna.
Accompagnato fin da piccolo dal padre Antonio nel suo percorso di crescita artistica, il maestro è riuscito con il passare degli anni a trovare una sua strada e le sue opere raccolte nel tempo in più di una galleria di arte moderna ne sono la riprova. Basti pensare al fatto che con i suoi diversi “ritratto di signora” e le opere della maturità si è conquistato il titolo di maggiore esponente della Bella Epoque nonostante una giovinezza passata ad esplorare insieme a Macchiaioli questo importante movimento.
Giovanni Boldini. La biografia e le opere del pittore simbolo dei macchiaioli
Il ritratto di Giuseppe Verdi, i ritratti femminili ed in generale tutte le opere di Boldini fanno di questo artista un caso a parte tra i pittori dell’800: la sua naturale curiosità nell’esplorare i movimenti artistici lo hanno portato a provare diverse tecniche fino al raggiungimento di uno stile personale ed importante che racchiude tutto ciò che di buono vi è nelle influenze da lui conosciute. Per comprendere il pittore ed il suo modo di dipingere è necessario conoscere anche il rapporto che aveva con la città natale: per Giovanni Boldini Ferrara era sì il luogo dove era nato e dove risiedeva la sua famiglia, ma allo stesso tempo una sorta di prigione emozionale da lasciare il prima possibile.

L’aspetto di Giuseppe Verdi, rivive al meglio in questo ritratto di Giovanni Boldini, maestro italo francese della corrente dei Macchiaioli
Come anticipato fin da piccolo Giovanni Boldini, grazie ad una spiccata propensione per il disegno ed una scarsa voglia di scolarizzazione, venne posto sotto l’ala formativa del padre Antonio, pittore purista che ben inserito nella società artistica di metà ottocento fu in grado di dare al figlio la possibilità di frequentare ambienti stimolanti e di coltivare le proprie capacità.
L’autoritratto del 1856, eseguito alla tenera età di 14 anni ne è spiccata dimostrazione: nonostante l’inesperienza il maestro italo francese riuscì a portare a compimento un’opera piena di personalità con estrema facilità. L’essere stato esonerato per via della propria statura dal servizio militare e l’eredità ricevuta dopo la morte dello zio paterno Luigi rappresentarono l’elemento cardine di quella che poi divenne la sua carriera negli anni: entrambe queste cose infatti gli permisero di viaggiare e venire a contatto con numerosi artisti.

Autoritratto giovanile di Giovanni Boldini, che già permette di osservare l’abilità dei suoi tratti
Il pittore italiano decise trasferirsi a Firenze nel 1862: nonostante un’iniziale iscrizione all’Accademia di Belle Arti, Giovanni Boldini decise ben presto di abbandonare la teoria per abbracciare la pratica, iniziando a frequentare in modo costante Caffè Michelangelo ed gli artisti che avevano fatto in quegli anni di questo locale la sede principale dei loro scambi intellettuali e politici. Fu proprio qui che il maestro venne a contatto con Telemaco Signorini e gli altri Macchiaioli che tanto ebbero influenza sulla sua vita e sulla sua arte. Giovanni Boldini a Firenze infatti non ebbe modo solo di entrare in contatto con un movimento artistico importante, ma di stringere rapporti di amicizia durati oltre l’accordo artistico.
Giovanni Boldini. I ritratti femminili e la Belle Époque
Nel periodo fiorentino quello che poi verrà ricordato come maggiore esponente della Belle Epoque infatti si dedicherà con fervore al movimento dei Macchiaioli, tentando di recuperare quel realismo che si era andato perdendo prima del periodo risorgimentale nella pittura. Ma deciderà di superarlo poi, partendo dai soggetti: dove i Macchiaioli più puri prediligevano i paesaggi, Giovanni Boldini dava più spazio ai ritratti femminili, in grado in qualche modo di soddisfare maggiormente la sua ricerca di verità e bellezza.
Mettendo da parte per un attimo quella che è stata l’esperienza del maestro con il movimento è importante comprendere quanto per l’arte italiana ed i suoi esponenti il movimento dei Macchiaioli sia stato importante. Giovanni Fattori e Cristiano Banti, tanto per citarne un paio, intendevano la pittura come un’arte che doveva liberarsi da tutti i formalismi accademici per dare all’artista la possibilità di essere vero ed alla sua pittura la capacità di essere realista.

Ritratto di Pio Fattori, 1884
Essi volevano rendere più moderna la pittura lavorando sull’osservazione diretta della natura facendo parlare a colpi di macchie di colore le luci e le ombre: il pennello doveva funzionare come l’occhio umano, modulando ombre e colori attraverso l’uso di pennellate pure. Giovanni Boldini attinse a piene mani alle emozioni ed alle tecniche dei Macchiaioli ma se ne scostò pian piano, quasi con delicatezza proprio dedicandosi alla bellezza femminile ed a tutta una serie di ritratti su commissione, ora vero e proprio contributo inossidabile all’arte moderna italiana.
Come sostenuto in precedenza per Giovanni Boldini Ferrara rappresentava una sorta di gabbia: Firenze lo aiutò a trovare la strada ed i fondi per riuscire in quello che era il sogno di una vita, ovvero il trasferimento a Parigi dopo un breve periodo passato a Londra. Saranno infatti gli amici fiorentini a favorire amicizie speciali con nobildonne facoltose che spianeranno la strada allo spostamento del pittore italiano: le commissioni ricevute grazie ai contatti portarono pian piano l’artista a farsi un nome ed una fama stabile anche oltralpe. E’ questo il momento in cui il suo amore per la ritrattistica esplode in tutta la sua forza con i ritratti femminili da lui prodotti fino alla sua morte: parliamo di opere di Boldini che hanno lasciato il segno per i colori e gli sfondi utilizzati.
Le Opere più belle di Giovanni Boldini
Giovanni Boldini fu un estimatore della bellezza femminile e lo stesso progredire della sua tecnica nella ritrattistica ne è stata una riprova. Il maestro italo francese, non va dimenticato, fin dalla tenera età si dedicò a questo tipo di composizioni, migliorando notevolmente con il passare del tempo.
Ritratto del padre Antonio Boldini
Olio su tela del 1867: in questo caso un giovane maestro decide di ritrarre il padre esprimendo quella che è la sua tecnica del tempo. E’ possibile notare come l’influenza dei macchiaioli sia presente e come, per dare profondità al ritratto del padre, le pennellate di colore crudo ma scuro siano certe e potenti. Luce e ombra sono perfettamente in equilibrio.

Nel suo ritratto del padre, Giovanni Boldini dimostra un equilibrio pressochè perfetto della luce e dell’ombra. Il vero segreto di tutta la carriera artistica di Boldini
Giovanni Boldini. La contessa de Rasty coricata
Utilizzando dei pastelli su seta, nel 1876 Giovanni Boldini dà vita ad uno dei ritratti più carichi di sensualità di tutta la sua carriera. Si parla in questo caso di un ritratto dove la bellezza è protagonista ma allo stesso tempo è fortemente influenzata dall’emozione dell’artista. La donna ritratta non è semplicemente un esempio di bellezza femminile del tempo, ma è amante del pittore e non ha nessun problema a farsi riprodurre pressoché nuda.

La bellezza femminile e i ritratti di signora. Un tema dominante in tutta la produzione artistica di Giovanni Boldini
Giovanni Boldini. Ritratto di signora in bianco con guanti e ventaglio
Tra i ritratti femminili del maestro Boldini questo olio su tela del 1889 è forse uno dei più importanti tra quelli che possono raccontare la transizione tra il movimento dei Macchiaioli ed il pieno abbraccio dell’artista nei confronti della Belle Epoque: i colori chiari, il modo in cui lo sfondo supporta e la figura di questa elegante donna riesce a rende etereo ed elegante il realismo di un’immagine che è stata in grado di lasciare il segno.

L’eleganza del disegno e il fascino dei dipinti di Giovanni Boldini si esprimono al meglio nelle figure femminili, grande passione del pittore
Giovanni Boldini. Ritratto di Mademoiselle De Nemidoff
Era il 1908 e con questo olio su tela Giovanni Boldini rende disponibile alla visione di tutti la bellezza di una donna che, con lo sguardo fiero, una posa dinamica ed il contrasto creato nell’uso sapiente dei colori, rappresenta il cambiamento in arrivo e la testimonianza di un’epoca che vuole farsi conoscere e vivere appieno, ancora lontana da guerre e conflitti mondiali. E’ una femminilità libera da costrizioni quella che si vive guardando il quadro e che ancora oggi lascia a bocca aperta.

Prima della guerra, la bellezza femminile, anche un po’ sfrontata era al centro della società francese, che Giovanni Boldini rappresentò con i suoi intensi ritratti
Gli ultimi anni
Nonostante i conflitti mondiali, come ci indicano le opere esposte a Museo Boldini di Ferrara, il maestro fu attivo fino al 1917 quando oramai quasi completamente cieco fu obbligato a smettere di dipingere. La morte sopraggiungerà a Parigi circa un anno dopo e per volontà testamentarie il pittore italiano verrà seppellito vicino ai genitori nella città natale.