Giuseppe Speziali, è insieme lavoratore e scultore. Nato a Catanzaro, in Calabria, 53 anni fa, Giuseppe Speziali è una figura artistica emergente nel catanzarese e ormai nel panorama nazionale dei nuovi artisti legati all’arte povera.
Giuseppe Speziali è innanzitutto un catanzarese DOC, dall’atteggiamento e dal carattere che tradisce immediatamente la sua provenienza meridionale, e la grandissima creatività propria delle genti del Sud.
Da sempre appassionato di arte, Giuseppe Speziali si è legato immediatamente all’arte povera, che vede nel processo d’industrializzazione il male dell’arte, e nei classici elementi utilizzati per l’espressione artistica qualche cosa di fortemente limitante per la creatività.
Così, gli oggetti più poveri, di uso quotidiano, addirittura i rifiuti diventano lo strumento nuovo di espressione, combattendo il materialismo, utilizzando elementi come sacchi di tela, terra e argilla per definire la tendenza artistica.
“L’arte povera – spiega Giuseppe Speziali dal suo studio di Catanzaro – nasce tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 nelle principali città italiane, soprattutto a Torino. Si tratta di un movimento artistico prettamente italiano.

Sono sempre grato al critico d’arte Germano Celant, che nel ’67 definì l’arte povera in tutta la sua essenza. Sono ovviamente tra gli artisti che hanno cominciato a elaborare il concetto e ai tempi ricordo che volevamo attaccare i valori delle istituzioni consolidate del governo, dell’industria e della cultura.”
“Se c’è qualcuno che ammiro? – continua Giuseppe Speziali – Certamente, Margherita Spain, colei che ospitò le prime mostre legate agli artisti dell’arte povera e ho anche un grande ricordo di Genova, città dove l’arte povera è sostanzialmente esplosa, considerata da tutti, il luogo di partenza ufficiale di questa espressione.
Personalmente vedo l’Arte Povera come un ritorno agli oggetti e i messaggi più semplici, secondo l’ottica che anche il corpo e il comportamento possono essere considerati arte. Dal momento che il quotidiano deve diventare significativo, più dei modelli imposti dall’industria, r importante che nelle opere appaiano costantemente tracce dell’Uomo nella sua vita quotidiana e nella natura.
L’opera dell’Arte Povera deve sempre esprimere energia e dinamismo, che forse sono la sensazione più comune quando si tratta di questo tipo di arte. Spesso, l’Arte Povera necessita di momenti in cui riflette su se stessa, come quando deve esplorare la nozione di spazio e di linguaggio per arrivare a nuovi significati.
I grandi segni complessi e gli archetipi, – dice Speziali – i grandi simboli del passato devono perdere completamente di significato, per essere sostituiti da una nuova energia. L’arte povera non può essere confinata all’interno di un sistema dell’arte, deve sempre rimanere completamente avulsa da ogni tipo di definizione, un po’ come affermava Benedetto Croce.
Chiaramente, la mia carriera è stata influenzata dai principali artisti dell’arte Povera – spiega Giuseppe Speziali – Innanzitutto Michelangelo Pistoletto, con la sua geniale idea di dipingere sugli specchi, creando un collegamento tra la pittura e la realtà in continua evoluzione.
Amo l’innovazione imposta da Jannis Kounellis e da Mario Merz che hanno dato un contributo fondamentale alla arte povera, rendendola più immediatamente reale, e creando un collegamento stretto tra l’individuo e la natura che lo circonda.
I famosi 12 cavalli ammassati sulle pareti della galleria di Kounellis, ritengo che siano una delle espressioni più potenti degli ultimi decenni, e non vedo particolare distanza tra lui e il movimento dadaista o quello di Marcel Duchamp – conclude Giuseppe Speziali – anche se ritengo che Kounellis abbia mantenuto gli oggetti più reali e vivi, ridefinendo la nozione di vita e di arte in maniera mirabile.”
Giuseppe Speziali è già conosciuto a Catanzaro e in tutta la Calabria per il suo grandissimo impegno, per le mostre che sta allestendo in questi mesi, e per quella sua tendenza a sperimentare continuamente, il che ne fa uno degli autori e degli artisti più eclettici del panorama nazionale.
Ma Giuseppe Speziali, proprio perché vede l’arte come qualcosa di quotidiano, è anche rimasto un grande lavoratore. E infatti, nonostante il successo artistico che sta raggiungendo, è ancora impiegato in un’azienda di cemento del catanzarese, dove lavora ogni settimana, senza perdere l’umiltà e il contatto con il lavoro manuale.
Forse proprio per questo motivo, Giuseppe Speziali si candida a essere un artista a tutto tondo, orgoglio di Catanzaro e della gente calabrese, tanto che il suo nome comincia a essere pronunciato anche oltralpe.