<p style=”text-align: justify;”>Canadese di origine, ma <strong>britannico di adozione</strong> <strong>James Bradburne</strong> è il nuovo direttore della <strong>Pinacoteca di Brera</strong> a Milano. Il nome è stato scelto da Dario Franceschini fra una rosa di eccellenti candidati. James Bradburne è l’unico manager culturale nominato dal ministro per i Beni e le attività culturali.</p>
<h1 style=”text-align: justify;”>James Bradburne. Chi è il Direttore della Pinacoteca di Brera</h1>
<p style=”text-align: justify;”>James Bradburne nasce in Canada il 30 settembre del 1955. Negli anni Settanta frequenta l’<strong>Università di Toronto</strong>. Prosegue gli studi a <strong>Londra</strong>, frequentando <strong>Architettura</strong>. La sua formazione è completata dagli <strong>studi in Museologia ultimati ad Amsterdam e a Los Angeles</strong>. Inizia la sua carriera professionale sempre in Europa.</p>
<p style=”text-align: justify;”>Dal 1994 al 1998 è stato responsabile per il design, la formazione e la programmazione al new <strong>Metropolis science and Technology centre</strong> di Amsterdam. Terminato l’incarico, dirige per tre anni il <strong>Museum für Angewandte Kunst</strong> di Francoforte, dove presiede la direzione dal 1999 al 2002.</p>
<p style=”text-align: justify;”>L’anno successivo, nel 2003, è nominato direttore della Next generation Foundation nel Regno Unito che dirige fino al 2006. L’ultimo incarico, prima della nomina a direttore della Pinacoteca di Brera, riguarda sempre l’Italia. Dal 2006 al 2015, infatti, James Bradburne dirige la <strong>Fondazione di Palazzo Strozzi</strong> a Firenze.</p>
<p style=”text-align: justify;”>Oltre agli incarichi come direttore, Bradburne ha anche maturato significative esperienze nella <strong>docenza</strong>. Dopo i primi seminari tenuti negli anni immediatamente successivi alla laurea, il neo direttore tiene, fra gli altri,<strong> corsi di museologia nelle università</strong> di Amsterdam, Maastricht e nel Missouri, negli Stati Uniti. È, inoltre, autore di numerose pubblicazioni. Il cambiamento e il nuovo ruolo delle istituzioni museali e le nuove strategie di approccio all’arte fra i temi approfonditi da Bradburne.</p>
<img class=”size-medium wp-image-7631″ src=”https://expoitalyart.it/wp-content/uploads/2017/11/james-bradburne-300×238.jpg” alt=”Il nuovo direttore della Pinacoteca di Brera James Bradburne” width=”300″ height=”238″ /> Il nuovo direttore della Pinacoteca di Brera James Bradburne
<h3 style=”text-align: justify;”>Le statistiche sulle nomine</h3>
<p style=”text-align: justify;”>La nomina a direttore della Pinacoteca di Brera è arrivata lo scorso 18 agosto. Il <strong>ministro Franceschini</strong> e <strong>Ugo Soragni</strong>, direttore generale dei Musei del Mibact, hanno scelto i nomi fra le terne proposte dalla commissione presieduta da Paolo Baratta.</p>
<p style=”text-align: justify;”>Sono venti in tutto i nuovi direttori assegnati ad altrettanti poli museali, fra i principali in Italia. <strong>Sette</strong>, fra cui Bradburne, sono gli <strong>stranieri</strong>, provenienti comunque dai Paesi Ue (Bradburne, pur essendo nato in Canada, ha la cittadinanza britannica). L’<strong>età media</strong> dei neo direttori e di <strong>50 anni</strong> e quasi tutti sono storici dell’arte. Unica eccezione proprio James Bradburne che è manager culturale.</p>
<h3 style=”text-align: justify;”>Il patrimonio della Pinacoteca</h3>
<p style=”text-align: justify;”>La Pinacoteca di Brera è situata nell’omonimo Palazzo, in via Brera a Milano. La collezione custodita nella galleria nazionale è sia<strong> di arte antica sia di arte moderna</strong>. Il museo espone una delle più celebri raccolte in Italia di pittura. In particolare, vi trova spazio la pittura veneta e lombarda, con importanti pezzi di altre scuole.</p>
<p style=”text-align: justify;”>Grazie a successive donazioni, inoltre, propone un percorso espositivo che spazia dalla preistoria all’arte contemporanea. Con quasi 250mila visitatori, è stato nel 2013 il ventesimo museo italiano più visitato con un introito di 826.800 euro.</p>
<p style=”text-align: justify;”>Il <strong>palazzo</strong> di Brera che ospita la Pinacoteca <strong>sorge su un antico convento</strong> dell’ordine degli Umiliati, una delle più potenti associazioni religiose ed economiche del tardo Medioevo milanese. Quando l’ordine fu soppresso, nel 1571, la struttura fu affidata ai Gesuiti, che ne fecero un importante centro di studi, dandogli il nome di Università.</p>
<img class=”size-medium wp-image-7647″ src=”https://expoitalyart.it/wp-content/uploads/2015/09/Caravaggio-cena-di-Emmaus-300×241.jpg” alt=”La cena di Emmaus del Caravaggio conservata all’interno della Pinacoteca” width=”300″ height=”241″ /> La cena di Emmaus del Caravaggio conservata all’interno della Pinacoteca
<p style=”text-align: justify;”><strong>La Pinacoteca di Brera nacque a fianco dell’Accademia di Belle Arti</strong>, voluta da Maria Teresa d’Austria nel 1776, con finalità didattiche. Quando Napoleone fece di Milano la capitale del Regno Italico, la raccolta si trasformò in un museo che aveva come scopo quello di esporre i dipinti più significativi provenienti da tutti i territori conquistati dalle armate francesi.</p>
<p style=”text-align: justify;”>Durante la <strong>seconda guerra mondiale</strong> le opere della Pinacoteca vennero messe al sicuro dalla direttrice Fernanda Wittgens, mentre il palazzo subì seri danni a causa dei bombardamenti del 1943. La Pinacoteca iniziò la sua <strong>lenta resurrezione</strong> dalle rovine nel febbraio <strong>1946</strong> grazie ai finanziamenti di alcune storiche famiglie milanesi, tra cui i Bernocchi, e all’opera del progettista architetto Piero Portaluppi e della soprintendente Fernanda Wittgens.</p>
<p style=”text-align: justify;”>All’inizio del nuovo millennio, si è inaugurato il progetto <strong>“Brera mai vista”</strong>. A causa dell’assenza di un vero e proprio spazio da adibire alle mostre temporanee, dal 2001 vengono presentate ogni tre mesi piccole esposizioni di poche opere, solitamente provenienti dai depositi del museo, che per l’occasione vengono restaurate e corredate da un breve catalogo che ne illustra la storia e la vicenda critica.</p>