Un catalogo che non solo raccoglie la bellezza di opere d’arte uniche al mondo, ma che conserva la preziosità di un progetto che ha voluto fare di Napoli una terra di cultura, liberata dalle stimmate della camorra. La mostra “La luce vince l’ombra. Gli Uffizi a Casal di Principe” diventa un libro.
“La luce vince l’ombra”, il catalogo della Mostra. I dettagli
Il volume, edito da Pendragon, racchiude, in 160 pagine, le opere della mostra allestita, dal 21 giugno al 21 ottobre, in una villa di Casal di Principe confiscata alla camorra. Venti capolavori che abbracciano un periodo storico che va dal XVII al XX secolo e non solo. In mostra anche l’antica statua Mater Matuta, di epoca precristiana, che nella mitologia romana rappresentava la dea del Mattino o dell’Aurora. Protagonisti della mostra e del catalogo i pittori che si ispirarono allo stile del Caravaggio. Unico denominatore comune il legame con l’ambiente artistico napoletano.
Gli artisti presenti nel catalogo “La luce vince l’ombra”

La copertina del catalogo “La luce vince l’ombra”
E così nel volume si potrà sfogliare la rappresentazione di Matres Matutae, reperto archeologico proveniente dal Museo Provinciale di Capua, insieme agli otto dipinti che provengono dagli Uffizi di Firenze. La “Vanità” di Mattia Preti, la “Carità” di Luca Giordano, e il “Salomè con la testa del Battista” di Giovann Battista Caracciolo sono presenti nel catalogo insieme alla “Santa Caterina d’Alessandria” di Artemisia Gentileschi e all’“Autoritratto” sempre di Luca Giordano. E ancora, i “Giocatori di carte” di Bartolomeo Manfredi e il “San Girolamo” di Jusepe de Ribera completano la serie di quadri in prestito dagli Uffizi.
“Incredulità di San Tommaso” da una copia del Caravaggio è il dipinto-emblema, scelto per la copertina del volume. Altre nove sono le opere che provengono dal Museo di Capodimonte. Fra gli artisti sono presenti Micco Spadaro con “Morte di Assalonne”, Pacecco de Rosa con “Venere dormiente con satiro”, Mattia Preti con “Cristo e la moneta” e Salvator Rosa con “Parabola di San Matteo”.
Non solo i seguaci di Caravaggio sono illustrati nel catalogo. Presente anche il “Fate presto” di Andy Wahrol, opera che fu realizzata reinterpretando la prima pagina de “Il Mattino” pubblicata il 26 novembre 1980, a tre giorni di distanza dal terribile terremoto che colpì l’Irpinia.
Gli approfondimenti del catalogo

Giovan Battista Ruoppolo, Natura Morta con ortaggi e fiasca
Le pagine del libro, curato da Antonio Natali e Marta Onali, sono corredate da testi critici e di approfondimento. Antonio Natali, direttore della Galleria degli Uffizi, e Fabrizio Vona, direttore del polo museale regionale della Puglia, si sono occupati dell’aspetto storico e artistico.
Alessandro de Lisi e Roberto Saviano, intervistato da Lionello Mancini, hanno affrontato l’aspetto morale e politico del tema. Numerosi gli interventi introduttivi che arricchiscono il catalogo “La luce vince l’ombra”. Il Ministro Dario Franceschini, Paola Grifoni, Luca Maggi, Louis Godart alcune delle personalità che hanno fornito il loro contributo.
Grazia Badino, Daniela Barone, Valentina Canone, Liliana Caso, Antonella Diana, Marco Liberato, Brunella Mirra, Marta Onali, Maria Rosaria Sansone, Raffaele Traettino, Giovanni Tuzio hanno curato le schede storico-artistiche delle opere, mentre la bibliografia è redatta da Orazio Lovino.
L’arte a sostegno della lotta contro l’illegalità

Mattia Preti, “Cristo e la Moneta”
“La luce vince l’ombra” non è un semplice catalogo illustrativo, ma riflette e sostiene i propositi dell’esposizione. Il catalogo sostiene la rinascita morale e civile di quelle terre ferite dalla criminalità organizzata. Il volume vuole accendere i riflettori e illuminare le ombre dell’illegalità. Anche la location scelta per la mostra è emblematica. Una villa confiscata alla camorra e intitolata a don Peppe Diana diventa il museo che ospiterà la raccolta di opere.
Le dichiarazioni del curatore del catalogo
«La luce che il titolo dell’esposizione evoca – spiega Antonio Natali, fra i curatori del catalogo, è quella del Prologo di Giovanni, quella che splende nelle tenebre, del Verbo che s’incarna e che il mondo stenta ad accogliere. Ma nel nostro caso è anche la luce dell’etica e della civiltà».
«L’auspicio – continua Natali – è che la Grazia e la Bellezza siano di conforto a chi si batte affinché sia vinto e disperso tutto quanto si opponga al bene comune. Auspicio che si accompagna alla speranza più viva che questa mostra non rimanga un episodio isolato, ma abbia un seguito d’altre imprese capaci di sommuovere gli animi di coloro che sono ancora tiepidi e di generare una stagione luminosa, come il titolo dell’esposizione attuale invita a figurarsi».