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  • Nadia Perna di Ginevra le opere della pittrice
Valentina Cervelli
Valentina Cervelli
giovedì, 10 Dicembre 2020 / Pubblicato il Artisti

Nadia Perna di Ginevra le opere della pittrice

A Ginevra, dove vive Nadia Perna, c’è un tessuto economico – sociale che a partire dall’Età Moderna, passando per quella Contemporanea, fino alla post contemporaneità, è sempre stato culturalmente favorevole allo sviluppo delle novità, accogliendo quegli artisti che spesso erano vittime di censura in tutta Europa.

Non a caso, proprio nella capitale del Calvinismo, fra i musei e le gallerie sia pubbliche che private, c’è il “Museo d’Arte e di Storia di Ginevra“, l’unico museo della Svizzera a possedere una ampia e completa varietà di collezioni, sia in campo archeologico, sia delle belle arti che delle arti applicate, con un’area espositiva di 7000 mq e oltre 650.000 opere, anche frutto della donazione di collezionisti ed artisti.
Fra i tesori artistici custoditi a Ginevra, fanno bella mostra di sé le opere dell’artista Nadia Perna, cittadina svizzera, ma nata e vissuta per alcuni anni dell’infanzia in Sicilia, prima di trasferirsi con
tutta la sua famiglia in Svizzera, dove il padre aveva trovato lavoro nel 1970.

Questa doppia anima, quella ginevrina ed europea e quella sicula e mediterranea, hanno forgiato l’animo di Nadia Perna, influenzando anche le sue opere d’arte contemporanea.

L’attività artistica di Nadia Perna inizia, alla fine degli anni Settanta, nei salotti culturali e nelle fondazioni ginevrine che fungono da catalizzatrici di artisti provenienti da tutta la Svizzera e non
solo, finanziatrici di opere, promotrici di eventi, in contatto con i maggiori musei elvetici, tra cui il Museo d’Arte e di Storia di Ginevra.

Nadia Perna, le opere

Proprio in quei salotti si svolgeva l’attività degli addetti ai lavori, incentrata non solo sulle dinamiche di mercato che molti esperti d’arte considerano superflue, ma in particolar modo su una più proficua attività di promozione culturale pubblica, una vera e propria forma di “mecenatismo” artistico, con opere che vengono donate alla comunità. A tal proposito, a gennaio del 1979, le prime opere (un dipinto e una scultura) di Nadia Perna in stile “Body Art“, acquistate da un filantropo che finiscono esposte nei musei e nelle gallerie d’arte che ci sono fra i lunghi ed ordinati viali caratteristici di Ginevra.

Non si può certo qui in poche righe ripercorrere la storia della “Body Art”, ma è fondamentale parlarne brevemente per comprendere gli esordi artistici di Nadia Perna. In quegli anni, esplose a Ginevra questa innovativa forma di arte, nata negli Stati Uniti sul finire degli anni Sessanta, e diffusa in Europa agli inizi dei Settanta, proprio nel periodo della formazione artistica di Nadia Perna negli ambienti culturali dei salotti della Ginevra più altolocata, frequentati da pittori, scultori, musicisti in cerca di acquirenti, visibilità e finanziamenti per le loro opere.

La “Body Art” rende il corpo umano protagonista assoluto, nel contempo soggetto e oggetto dell’arte, trovando proprio in Ginevra, culla del “Calvinismo” protestante, il suo ambiente ideale negli anni post Concilio Vaticano II.

Non a caso, questa forma di arte contemporanea, sdogana i tabù cattolici tradizionali verso il nudo e la bellezza del corpo umano, attraverso un linguaggio artistico rivoluzionario cui ricorrono sempre più pittori e scultori contemporanei, esaltando il corpo come opera principale attraverso diverse tecniche e tematiche.

Nella “Body Art” le forme umane sono utilizzate per allestire eventi estemporanei, allietati da scenografie, musica e danza a tema, al fine di provocare e scuotere gli animi. Queste due prime opere di Nadia Perna sono la scultura intitolata “La donna che spezza le catene”
(creata per celebrare la definitiva emancipazione femminile negli anni Settanta) e il dipinto “La sessualità” che sviluppa il tema del superamento dei tabù sessuali negli stessi anni.

Fra il 1981 e il 1983, queste due opere di Nadia Perna fanno il giro del mondo, e vengono esposte sia in Europa che negli Stati Uniti, grazie all’interesse di appassionati d’arte. La “Sessualità” sarà esposta in Francia nella Valle della Loira, nelle città di Nantes, Orléans e Tours,poi successivamente valicherà di nuovo le Alpi per giungere a Vienna in Austria e nella Baviera tedesca, raggiungendo infine l’Italia, dove, prima di tornare a Ginevra, farà un tour in alcune gallerie
di città d’arte del “Bel Paese” come Venezia, Firenze, Roma, Napoli e naturalmente Palermo, dove Nadia Perna si commuoverà durante l’inaugurazione, ricordando la sua prima infanzia.

“La donna che spezza le catene” nello stesso periodo farà il tour delle maggiori capitali europee fra Parigi, Londra, Roma, Madrid e infine attraverserà l’Oceano Atlantico giungendo a New York negli
Usa e a Toronto in Canada. Dal 1984 al 1986, le due opere di Nadia Perna saranno esposte in un albergo in quota sulle Alpi, dove verrà inaugurato un vero e proprio atelier artistico fra i ghiacciai dei giganti svizzeri oltre i 4000 mt, un originale museo – rifugio, dove alcune stanze sono interamente abbellite da opere di particolare pregio realizzate da artisti contemporanei.

Nadia Perna, la pittrice

In quegli anni, l’hotel sarà non solo un punto di partenza di escursionisti, sciatori ed alpinisti, ma si trasformerà in una dimora per artisti provenienti da tutta Europa, spazio espositivo a disposizione
per mostre negli anni successivi.

Nel corso degli anni Ottanta comincia per Nadia Perna una densa attività tesa alla promozione dell’arte nelle scuole di Ginevra e alla valorizzazione del territorio svizzero. A dicembre del 1992, la terza opera di Nadia Perna acquistata da un mecenate di Ginevra, intitolata
“Fratellanza fra i Popoli“, con un uomo e una donna dell’Est della Germania che si abbracciano con un uomo e una donna dell’Ovest.

Questa opera di Nadia Perna, iniziata il 1° dicembre 1989, per celebrare la Caduta del Muro di Berlino (9 novembre 1989), e terminata all’inizio del 1992, dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica e la fine della “Guerra Fredda”, ha in sé i temi della “Body Art” e dell’arte femminista che si coniugano con gli avvenimenti storici epocali che stavano avvenendo in Europa in quegli anni.

L’opera “Fratellanza fra i Popoli” è stata esposta a Berlino fino al 1994 e a Mosca nel 1995. In Russia, Nadia Perna, era già nota per aver realizzato nel 1986, dopo l’esplosione nucleare di Chernobyl, una scultura raffigurante una contadina che raccoglieva da terra frutti contaminanti dalle scorie radioattive, intitolata “La donna e la morte invisibile”.

L’opera che voleva denunciare la sofferenza della popolazione ucraina e più precisamente delle donne, fece molto scalpore e non poté essere esposta all’epoca in Unione Sovietica, così fu ancora una galleria d’Arte di Ginevra ad accoglierla per un periodo di tempo, prima di raggiungere i Paesi Bassi e più precisamente la città olandese di L’Aja, dove ha sede la Corte Internazionale di Giustizia dell’Onu.

Oggi, la tela di Nadia Perna “La donna e la morte invisibile” è esposta in una galleria d’arte di Kiev. Attualmente, Nadia Perna, nella sua casa -laboratorio di Ginevra sta realizzando un dipinto e una scultura dedicata alla libertà nei gusti e di genere sessuale.

Sul fine della sua attività artistica tesa a tematiche storico -sociali, alla promozione del territorio e all’educazione nelle scuole, ha commentato Nadia Perna sulla stampa: “Quando ho compreso bene
quale doveva essere il vero fine dell’arte contemporanea, ben diverso dai circuiti chiusi del denaro dei collezionisti e dalla autoreferenzialità, ho deciso di vincolare il loro acquisto alla donazione a musei pubblici e a tour internazionali, dedicando parte del mio tempo alla valorizzazione del territorio e alla didattica nelle scuole“.

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