«Conosco molto bene la realtà umbra». Si sentirà, dunque, a casa Marco Pierini, neo direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria che dal prossimo ottobre sarà alla guida del museo con sede a Perugia. La notizia della nomina è arrivata lo scorso 18 agosto, quando il ministro Dario Franceschini ha annunciato i nomi che avvieranno la riforma, voluta dallo stesso ministro, all’interno dei più importanti poli museali italiani.
Marco Pierini. Chi è il direttore di Galleria Nazionale dell’Umbria
Marco Pierini è nato a Siena nel 1966. Nella cittadina toscana ha iniziato gli studi universitari, laureandosi in Estetica e specializzandosi in Archeologia e Storia dell’Arte. Sempre in Estetica ha, poi, conseguito anche, il dottorato di ricerca. Dal 1998 al 2007 Marco Pierini è stato direttore del Museo Diocesano di Pienza. Dal 2002 al 2010 ha diretto il Centro d’Arte Contemporanea Palazzo delle Papesse di Siena, divenuto – SMS Contemporanea. L’ultimo incarico in ordine di tempo, prima della nomina di quest’estate, è stato come direttore della Galleria civica di Modena, che ha guidato dal 2010 al 2014, anno delle dimissioni.

Marco Pierini guiderà la Galleria Nazionale dell’Umbria
Parallelo a quello professionale è il percorso di docenza. Dal 2010, infatti, insegna Storia dell’arte contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Carrara. Oltre che storico dell’arte, Marco Pierini è anche giornalista e autore di numerose pubblicazioni scientifiche.
Una nuova era per la Galleria
Quello alla guida della Galleria Nazionale dell’Umbria è un ruolo di prestigio per Marco Pierini che prima ancora di cominciare ha già le idee chiare sul da farsi. «In primis andrà fatto un lavoro di valorizzazione della collezione e degli altri musei del polo, alcuni dei quali sono interamente da scoprire e valorizzare» – fa sapere il neo direttore.
Per lui si tratta di una sfida straordinaria». Un altro aspetto da non trascurare sarà poi quello della comunicazione. «La Galleria – spiega Pierini – comunica poco e male». «Non è possibile – continua – avere una pagina Facebook con meno di mille like. Bisognerà lavorare fin da subito a una comunicazione a largo spettro, sia sul sito sia sui social media».
Sono venti i musei italiani, fra i principali di tutto il territorio nazionale, che subiranno un cambio di dirigenza. La nuova riforma, avviata da Dario Franceschini, prevede uno svecchiamento dell’intero sistema museale italiano. Dei venti neo direttori la metà è rappresentata da donne.
Sette sono gli stranieri che guideranno musei italiani, mentre quattro sono gli italiani che ritornano in patria dopo un’esperienza all’estero. L’età media dei candidati scelti dal ministro è di 50 anni. «Con queste 20 nomine di così grande levatura scientifica internazionale il sistema museale italiano volta pagina e recupera un ritardo di decenni» – spiega con soddisfazione il ministro dei Beni e delle attività culturali.

Il Polittico di Sant’Agostino: l’adorazione dei pastori del Perugino
Perugino e Pinturicchio fra i gioielli del museo
La Galleria nazionale dell’Umbria, con sede a Perugia, conserva la più grande raccolta di opere dell’arte umbra e alcune tra le più significative opere dell’arte dell’Italia centrale che coprono un periodo storico che va dal XIII al XIX secolo. Il percorso espositivo può essere suddiviso cronologicamente in più sezioni. Dal Duecento al Tardo Gotico, fino al Quattrocento e al Rinascimento.
Particolare rilievo sono poi le sale dedicate al Pinturicchio e al Perugino, veri e propri fiori all’occhiello della Galleria. Del periodo giovanile del Perugino sono conservate, fra le altre opere, l’Adorazione dei Magi e la Pietà. Alla fase matura della sua vita artistica appartengono la Madonna della Confraternita della Consolazione (1496-1498), il Cristo morto (1495) e la Pala Signorelli (1517). Ma il capolavoro è senza dubbio il Polittico di Sant’Agostino. Di Bernardino di Betto, detto il Pinturicchio, è custodita la Pala di Santa Maria dei Fossi (1496-1498).
La collezione della Galleria prosegue ancora, in ordine cronologico, con opere appartenenti al Seicento, al Settecento e all’Ottocento. Presente all’interno del museo anche una consistente raccolta di tesori e arti minori. Oreficerie e avori, ad esempio, sono conservati e provengono in gran parte dai musei civici perugini, dove furono raccolti a partire dal 1863.