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Redazione
venerdì, 27 Aprile 2018 / Pubblicato il Mostre

Mostra di Albrecht Durer a Milano

La Mostra di Albrecht Durer a Milano rappresenta un’irripetibile occasione per poter entrare nello speciale mondo che l’incisore e pittore, conosciuto in Italia anche con il nome di Alberto Duro, è stato in grado di creare nel corso della sua attività artistica svoltasi nel corso del rinascimento tedesco.

Albrecht Durer (1471-1528) fu uno tra i maggiori esponenti dell’arte tedesca di quei tempi e ciò che colpisce delle sue opere non è solo la maestosità ma anche la genialità di un approccio che lo ha portato a divenire un punto fermo nella storia dell’arte degli ultimi secoli. L’artista, grazie al lavoro di orefice del padre, venne da subito a contatto con un mondo pieno di stimoli e fatto di bellezza e ricchezza, presentando fin dall’infanzia una certa predisposizione alla pittura, al pari del fratello Hans, poi assunto presso la corte di Sigismondo I di Polonia.

La famiglia Durer, seppur non ricca, era decisamente benestante e le conoscenze del padre portarono il giovane Albrecht ad entrare presto nel circolo delle corporazioni, di solito chiuso ai comuni cittadini. Ritratti dei suoi genitori, eseguiti dal maestro, sono conservati alla National Gallery di Londra ed agli Uffizi (padre) ed a Norimberga (madre).

Come anticipato Albrecht Durer mostrò fin da subito il suo talento e dopo aver frequentato la scuola iniziò giovanissimo come praticante nell’oreficeria del padre: fu in quel momento che il giovane apprese l’arte dell’incisione dei metalli, la stessa che poi rappresentò in parte la sua fortuna. Non solo: fu nel corso di questi primi anni che il ragazzo venne influenzato, nel stile, dalla pittura fiamminga tanto amata dal padre, il quale non perdette occasione di porre il figlio davanti alle opere di Jan van Eyck e Rogier van der Weyden.

Il primo segno tangibile del talento di quello che divenne il più importante pittore all’apice del rinascimento tedesco è l’autoritratto del 1484, un disegno a punta d’argento conservato a Vienna nel Museo Albertina. Sebbene acerba nella sua composizione, questa opera realizzata allo specchio dal giovane Durer conquistò una sempiterna fama perché considerato come primo autoritratto dell’arte europea.

Mostra di Albrecht Durer a Milano: autoritratto del 1484

Autoritratto del 1484

Compiuti i sedici anni, Albrecht decise di divenire esclusivamente un pittore ed iniziò il suo praticantato presso Michael Wolgemut, il maggiore artista e xilografo attivo in quegli anni a Norimberga: fu presso di lui che per la prima volta il maestro venne a contatto con lo stile italiano, grazie al lavoro di riproduzione di stampe ed opere che venivano commissionate al suo mentore.

Il suo stile personale iniziò pian piano a formarsi qui ma fu con gli spostamenti in Europa e la permanenza a Basilea che l’artista affinò la sua arte, sviluppando una passione molto forte per l’iconografia sacra.

Molti suoi contemporanei pensano che fu il matrimonio infelice contratto per via del padre ad essere stato la causa principale della sua morte prematura: quel che è certo è che nel suo periodo di attività, Albrecht Durer regalò al mondo opere ancora oggi in grado di incantare con la loro bellezza.

Le opere

Le opere del maestro Durer possono essere suddivise essenzialmente in due filoni concettuali: uno legato alla pittura fiamminga ed alla sua ispirazione (senza dimenticare che nel corso dei suoi viaggi grande importanza nella sua formazione la ebbero anche la pittura italiana e in particolare la pittura veneziana, N.d.R.) e le xilografie ispirate al sacro, che vede come opera più importante la Serie dell’Apocalisse. Si parla nello specifico di quindici xilografie, attualmente conservate a Karlsruhe, databili nel periodo in cui l’uomo, fermatosi a Norimberga decise di dedicarsi esclusivamente a questa forma d’arte (1496-1498).

La parte più interessante dell’approccio all’arte di Albrecht Durer riguarda, soprattutto per la prima parte della sua esistenza, il non limitarsi ad una sola tecnica: ecco quindi che è possibile imbattersi in acquerelli riproducenti diversi luoghi da lui visitati, disegni su pergamena a penna ed argento e diversi dipinti, tra i quali spiccano per importanza l’Autoritratto con guanti del 1499 e l’Autoritratto con Pelliccia datato 1500.

Mostra di Albrecht Durer a Milano: autoritratto con guanti

Autoritratto con guanti

L’Apocalisse di San Giovanni però, riprodotta attraverso xilografie è senza ombra di dubbio ciò che lo ha consacrato nel Rinascimento tedesco come uno dei maestri più prolifici ed interessanti: queste sue tavole infatti furono l’ispirazione principale di tutta l’iconografia sacra rinascimentale e futura in Europa.

La mostra

La Mostra di Albrecht Durer a Milano è una pregevole selezione di opere divisa in sezioni tematiche organizzata in modo tale da regalare al visitatore non solo una traccia di quello che era il rapporto tra Durer ed il rinascimento tedesco, ma anche la possibilità di vedere come la sua vita si intrecciò, diventando talvolta ispirazione e talvolta supporto, con la produzione artistica di maestri come Lucas Cranach, Albrecht Altdorfer e l’italiano Lorenzo Lotto. La mostra allestita presso il Palazzo Reale di Milano presenta infatti all’occhio dello spettatore curioso anche alcune opere di questi suoi contemporanei, costruendo un percorso di informazione e d’arte incredibilmente attraente.

“Dürer e il Rinascimento tra Germania e Italia” consiste nell’esposizione di circa 130 opere facenti parti del Rinascimento tedesco all’apice del suo fulgore, avvolto dalla sottotraccia religiosa che in quegli anni, grazie anche ai primi scismi, funzionò da ispirazione e direzione da seguire per moltissimi artisti in tutta Europa. All’interno delle diverse sezioni tematiche sarà possibile osservare una selezione di pitture, stampe grafiche e disegni del maestro messe a confronto con la produzione artistica di grandi nomi tedeschi ed italiani come Giorgione, Andrea Mantegna e Leonardo da Vinci.

La mostra Durer è una perfetta occasione per conoscere la storia dell’arte che tutt’ora ispira gli artisti contemporanei e che segna la rinascita di un processo creativo che investì il continente all’uscita del Medioevo, periodo in cui l’arte incuteva paura con la sua maestosità. Nel corso dell’esposizione sarà possibile conoscere l’approccio di Albrecht Durer con la prospettiva e la proporzione che tanto fecero parte del suo bagaglio personale ed artistico nel corso della sua vita.

In particolare ciò che colpisce è il ruolo centrale della natura, soprattutto in quello che è considerabile il suo periodo italiano: lo stile veneziano e lo stile italiano in generale sono stati di primaria importanza nella sua formazione e la rassegna è in grado di mostrare il segno che entrambi hanno lasciato sull’autore. Ed osservando poi il suo periodo della ritrattistica non si ha modo di dimenticare il Durer incisore: una sezione della mostra è proprio dedicata a questo aspetto, grazie all’Apocalisse ed a quelli che vengono definiti i “cicli cristologici”. Si ha modo, all’interno della rassegna, di osservare opere di Durer nel suo periodo classico: un approccio nuovo al passato che in pochi sono stati in grado di rendere speciale.

Mostra di Albrecht Durer a Milano: San Giovanni divora il libro

San Giovanni divora il libro, Apocalisse.

Come visitare la mostra

La Mostra di Albrecht Durer a Milano è presente a Palazzo Reale dal 21 Febbraio 2018 al 24 Giugno 2018. Promossa dal Comune di Milano e dal suo assessorato alla Cultura è prodotta e organizzata da Palazzo Reale di Milano e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE.

“Dürer e il Rinascimento tra Germania e Italia” è una mostra curata da Bernard Aikema, Professore di Storia dell’arte moderna all’Università di Verona, con la collaborazione del Dott. Andrew John Martin. Per informazioni è possibile contattare l’organizzazione attraverso i seguenti strumenti:

Numero di telefono: +39 0288445181
Email: [email protected]
o visitando il sito ufficiale dell’esposizione (http://mostradurer.it)

II costo del biglietto è pari a 12€ intero e 10€ ridotto. Un’occasione unica per conoscere quella storia dell’arte che ancora oggi influenza l’iconografia sacra e l’approccio alla prospettiva.

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