Dal 21 ottobre 2020 al 14 febbraio 2020 sarà presente presso Palazzo Ducale a Genova la mostra “Michelangelo”: curata da Cristina Acidini, con Alessandro Cecchi ed Elena Capretti e realizzata in collaborazione con MetaMorfosi Associazione Culturale, questa esibizione ha come obiettivo il mostrare la vita, le opere e la grandezza di uno dei più importanti artisti della storia dell’uomo.
Michelangelo, l’artista e la persona
Michelangelo Buonarroti fu scultore e architetto, pittore e poeta: un artista a tutto tondo capace di lasciare il segno, con la sua complessità ed energia, per secoli dopo la sua dipartita. La sua figura viene considerata unica nel panorama artistico della civiltà occidentale.
Non si tratta solo di affabilità tecnica ma della tensione morale e dell’energia della forma che Michelangelo era capace di esprimere attraverso le sue opere e che ancora oggi hanno un messaggio da donare a coloro che le osservano e ne apprezzano le forme.
Nella mostra “Michelangelo” di Palazzo Ducale a Genova, i curatori hanno voluto accendere i riflettori su un aspetto in particolare della vita dell’artista, ovvero gli incontri dallo stesso fatti nel corso della sua vita che ne hanno influenzato la carriera. Nel corso della sua attività, molto lunga e proficua, lo scultore venne in contatto con molti illustri personaggi del Rinascimento facenti parte del mondo della politica, della religione e della cultura: ebbe addirittura modo di frequentare due futuri papi, Leone X e Clemente VII, quando ancora molto giovani.
Artista molto legato a Lorenzo De’ Medici e alla sua stirpe, Michelangelo rese i suoi servigi artistici sotto l’egida di ben sette papi e dei reali di Francia.
La mostra “Michelangelo” porta il visitatore a conoscere sfumature della vita di Michelangelo non sempre esplorate con l’attenzione che avrebbero meritato. Come artista, in ogni sua forma, Buonarroti è stato in grado di lasciare un lascito incredibile ai posteri, ma dell’uomo si sa solo che era una persona generosa ma sospettosa, che era in grado di farsi amare ma il suo carattere era brusco, prudente ma schietto allo stesso tempo.
Apprezzare Michelangelo significa accettare le sue mille contraddizioni che insieme al talento hanno caratterizzato le sue opere.
Spostare le opere dell’artista dai loro luoghi d’origine, in prevalenza raccolte nei palazzi Apostolici vaticani e nei musei, non è semplice ma la mostra di Palazzo Ducale è riuscita, nonostante tutto, a poter garantire la presenza di due sculture in marmo del grande Maestro: la Madonna della Scala del 1490 proveniente da Casa Buonarroti e il monumentale Cristo Redentore di San Vincenzo Martire di Bassano Romano.
Queste due mirabili sculture si aggiungono a i disegni autografi e alle lettere dell’artista in esposizione insieme a diversi scritti originali provenienti principalmente da Casa Buonarroti.
La Madonna della Scala del 1490
La Madonna della Scala è uno stiacciato marmoreo (55,5×40 cm) che, dapprima presente in casa di Lionardo Buonarroti, nipote di Michelangelo, viene donato dallo stesso a Cosimo I de’ Medici nel 1566, salvo essere restituito nel 1616 alla famiglia e conservato in quello che oggi è conosciuto come il Museo di Casa Buonarroti.
Questa scultura è considerata il primo lavoro riconosciuto di Michelangelo ed è un palese omaggio alla simile opera di Donatello, sia per ciò che riguarda la tecnica utilizzata sia per ciò che concerne l’iconografia. La figura della Madonna è riprodotta di profilo, seduta sopra un masso, mentre guarda lontano. Occupante tutta l’altezza del rilievo esprime monumentalità e severità che richiamano in maniera particolare le steli sacre classiche.
La composizione sacra è composta in modo originale: Michelangelo è riuscito ad esprimere dinamismo e fermezza allo stesso tempo riproducendo la Vergine con il busto eretto mentre protegge o allatta il figlio che sembra dormire.
Generando un movimento a spirale disponendo gli arti delle figure riprodotte contrapposte, il Maestro rompe quella che sarebbe stata la naturale staticità del piano del bassorilievo e la muscolatura pronunciata, sia per il Bambino che per la presa di Maria, dà vita a una generale sensazione di potenza dal quale è impossibile distogliere lo sguardo.
Cristo Redentore di San Vincenzo Martire di Bassano Romano
Il Cristo Redentore di San Vincenzo Martire di Bassano Romano è una statua monumentale che rappresenta il figlio di Dio risorto. Per molti anni questa opera è stata attribuita ad un anonimo scultore che si sarebbe ispirato al Cristo Portacroce di Michelangelo presente nella chiesta di Santa Maria sopra Minerva: solo nel 2001, grazie ad un importante lavoro di studio negli archivi storici per una mostra di Palazzo Giustiniani si è scoperto che si trattava in realtà di un’opera scolpita dal giovane Michelangelo tra il 1514 e il 1516 e quindi antecedente all’opera conservata nella chiesa romana.
La statua, di inestimabile valore, venne lasciata incompiuta da Michelangelo per via di una vena nera riscontrata nella guancia sinistra del volto riprodotto: lo stesso artista ne fece dono all’amico e comittente Vari che, in segno di gratitudine, regalò allo scultore un puledro. Nel 1607 l’opera venne acquistata dal mecenate Vincenzo Giustiniani che la destinò poi al mausoleo di famiglia di Bassano Romano.
Mostra Michelangelo, visite in sicurezza
La visita alla mostra “Michelangelo” prevede il rispetto dei protocolli sicurezza anti Covid-19 stabiliti dai Dpcm in vigore e quindi: obbligo di mascherina in tutti gli spazi della rassegna e il rispetto della distanza di un metro tra i visitatori.