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  • Mostra. Van Dyck e i suoi amici fiamminghi a Genova 1600-1640
Vittorio Russo Delmonte
domenica, 21 Gennaio 2018 / Pubblicato il Mostre

Mostra. Van Dyck e i suoi amici fiamminghi a Genova 1600-1640

Nella suggestiva cornice del cinquecentesco Palazzo della Meridiana dal 9 febbraio al 10 giugno si terrà l’interessante mostra, a cura di Anna Orlando, “Van Dyck e i suoi amici fiamminghi a Genova 1600-1640”. Una splendida iniziativa dell’appassionato critico per far conoscere ed apprezzare questi straordinari artisti, poco noti al grande pubblico.

Anna Orlando

Anna Orlando curatrice della mostra

Un percorso nel cuore della pittura dal Seicento ambientato in una delle più prestigiose dimore genovesi inserite nel sistema dei Rolli:
Sotto la volta affrescata nell’omonimo salone da Luca Cambiaso con “Ulisse che saetta i Proci”, saranno protagoniste 40 opere legate a Van Dyck e ai pittori fiamminghi che hanno prestato la loro opera a Genova nel primo ‘600.

Abramo e Isacco di Van Dyck

Abramo e Isacco – c. 1617 – Olio su tela

Genova e le Fiandre, una relazione assai proficua che partì da molto lontano, favorita dai traffici commerciali della Superba con le città di Bruges e Anversa in particolare, dove i genovesi gestivano quartieri e fondaci portuali, oltre che fungere da veri e propri banchieri.

Le ricche famiglie ammiravano la pittura fiamminga principalmente per la capacità di riprodurre con precisione i dettagli e la natura.

Le prime tracce risalgono all’inizio del ‘400 quando con la testimonianza in città dell’operato del precursore Van Eick e di Giusto da Ravensburg con la sua celebre “Annunciazione”, conservata in S. Maria di Castello.

Tra fine ‘400 ed inizio ‘500 Anversa diventò il nuovo fulcro degli scambi commerciali e culturali delle Fiandre, instaurando con Genova una corsia preferenziale.

La tradizione proseguì nel ‘500 con Gerard David, Jan Provost, Jan Matsys e, soprattutto, con Joos Van Cleve.

Ma fu nel secolo successivo che l’arte fiamminga raggiunse il suo apogeo grazie al genio di Rubens. Apprezzato per i suoi innovativi contrasti di colore e per i giochi di luce, ottenne così importanti commesse private facendo nascere lo stile Barocco.

Fu in questo fruttuoso contesto che s’inserì la figura, sponsorizzata dal Rubens stesso, del giovane Antoon Van Dyck, vero protagonista di questa mostra.

La raccolta infatti propone otto tele dell’artista create quando poco più che ventenne, si stabilì, per circa sei anni a Genova. facendone Il trampolino di lancio per farsi apprezzare poi in tutte le corti europee, fino a ricoprire il ruolo di pittore ufficiale della corona inglese.

Van Dyck continuò il solco tracciato da Rubens, occupandosi non solo di arte sacra ma, soprattutto, di ritratti commissionati dalle ricche famiglie patrizie, come nel caso del “Ritratto equestre di Anton Giulio Brignole-Sale o il Ritratto equestre di Tommaso Francesco di Savoia principe di Carignano: i suoi quadri che si potranno ammirare rappresentarono un vero e proprio status symbol imprescindibile per arricchire le già opulente pinacoteche private di Doria, Spinola, Durazzo e Balbi che, attraverso i dipinti dell’artista, legittimavano il loro prestigio e potere.

Carignano

Ritratto equestre di Tommaso Francesco di Savoia principe di Carignano – 1634-35

Ai committenti colpivano la carnalità e la morbidezza delle figure unite ad una tecnica di “chiaroscuri” mai vista prima.

L’esposizione celebra la collaborazione tra Anton e gli altri fiamminghi, fiorita a Genova intorno ai fratelli de Wael artisti e mercanti, che fece nascere una ricca comunità artistica della quale fecero poi parte anche altri pittori, quali Jan Roos Guilliam van Deynen Jan Wilden..

Dai semi di questi grandi artisti venuti dal nord germogliò la feconda “Scuola genovese” che fece del Barocco il fulcro della pittura europea. I primi a raccogliere la preziosa eredità della nuova pittura furono il genovese Stefano Camogli, Vincenzo Malò (allievo di Rubens ad Anversa e maestro di Anton Maria Vassallo) e Anton Maria Vassallo stesso, e la mostra appunto esporrà alcuni loro interessanti esperimenti.

Successivamente Giovanni Battista Gaulli detto “Il Baciccio” divenne l’artista più apprezzato e richiesto, degno erede degli illustri predecessori, insieme a Domenico Fiasella e Orazio Gentileschi. Altri importanti esponenti di questa straordinaria tradizione, dei quali si potranno ammirare le tele, sono Giovanni Battista Paggi, Bernardo Strozzi, Sinibaldo Scorza e addirittura Domenico Piola.

Dai maestri agli allievi in un meraviglioso viaggio nell’arte.

Per visitare la mostra questi gli orari

  • Da Martedì a Venerdì h.12-19
  • Sabato, Domenica e festivi h.11-19
  • Lunedì chiuso
  • Biglietti:
  • Intero € 7,00
  • Ridotto € 5,00
  • Scuole € 4,00

 

 

 

 

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