Peter Aufreiter è uno dei due austriaci nominati neo direttori di altrettanti musei, fra i più prestigiosi d’Italia. Il quarantenne storico dell’arte dirigerà la Galleria Nazionale delle Marche a Urbino. Insieme ad Aufreiter, altri diciotto direttori sono stati scelti dal ministro dei Beni e delle attività culturali, Dario Franceschini, a guidare altrettante istituzioni museali italiane. Soltanto una riconferma. Si tratta di Anna Coliva alla Galleria Borghese di Roma.
Peter Aufreiter. Chi è il N1 alla Galleria Nazionale delle Marche
Viene da Linz, in Austria, il nuovo direttore della Galleria Nazionale delle Marche. Peter Aufreiter è nato nella cittadina austriaca quarant’anni fa. Formatosi a Vienna, Aufreiter si è laureato nella capitale in Storia dell’arte e Filologia germanica. Sempre a Vienna ha lavorato al Kunsthistorisches Museum e al Sigmund Freud Museum.
Dal 2008 al 2010 ha diretto l’ufficio mostre del Museo Belvedere di Vienna. Prima della nomina di Franceschini, Aufreiter è stato direttore del Dipartimento mostre, prestiti, depositi e dell’Artoteca del Museo Belvedere di Vienna. L’incarico di Urbino non rappresenta la prima esperienza italiana di Aufreiter. Il neo direttore, infatti, ha già studiato e vissuto nel nostro Paese.

Il nuovo direttore della Galleria Nazionale delle Marche, Peter Aufreiter
Le nuove nomine
I 20 top manager sono stati selezionati dal ministro sulla scorta delle schede di valutazione della commissione di esperti presieduta da Paolo Baratta. Il presidente «ha fatto un grande lavoro» – ha spiegato Dario Franceschini a poche ore dall’annuncio delle nomine. «Ha offerto a me e al Direttore Generale dei Musei del Mibact, Ugo Soragni, – ha proseguito poi il ministro – la possibilità di scegliere in terne di assoluto valore». Le nomine sono state rese pubbliche lo scorso 18 agosto.
Peter Aufreiter fa parte dei quattordici storici dell’arte che saranno a capo dei più importanti musei italiani. In tutto sono diciannove le istituzioni per le quali ci sarà un rinnovamento al vertice (solo in un caso c’è stata una riconferma). Gli altri neo direttori sono archeologi e manager culturali. Peter Aufreiter, inoltre, è uno dei sette stranieri voluti da Franceschini. Anche l’età media relativamente bassa, che si attesta sui 50anni, è il segno della riforma voluta dal ministro.
La Galleria e le opere del Rinascimento urbinate
La Galleria nazionale delle Marche, che ha sede nel Palazzo Ducale di Urbino, ospita le collezioni derivate in larga parte da opere raccolte nel XIX secolo da chiese e conventi del territorio marchigiano. Le opere che facevano parte delle collezioni ducali, invece, sono andate disperse nel corso dei secoli, motivo per cui oggi il numero delle opere è piuttosto esiguo.
La sezione più celebre è legata al Rinascimento urbinate, con due opere di Piero della Francesca e altre degli artisti della corte di Federico da Montefeltro. Alcuni lavori di Raffaello sono fra le opere del primo Cinquecento che spiccano. Fra gli artisti del Seicento, la galleria ospita alcune opere di Federico Barocci. All’ultimo piano della Galleria è custodita una collezione di ceramiche. Al piano terra, in alcune sale, ha sede anche il Museo archeologico urbinate, ricco soprattutto di epigrafi antiche.
Palazzo Ducale venne definito nel Rinascimento come uno dei più bei palazzi principeschi d’Italia. Fu costruito in larga parte all’epoca di Federico da Montefeltro. Luciano Laurana e Francesco di Giorgio Martini fra gli architetti che seguirono i lavori di costruzione.

Il cortile del Palazzo Ducale a Urbino
Le spoliazioni
La collezione conservata a Palazzo Ducale subì numerose spoliazioni nel corso del tempo. Cesare Borgia, dopo aver conquistato militarmente il ducato nel 1502, disperse una parte delle opere, tra cui il Cupido dormiente di Michelangelo. Nel 1631, quando il Ducato fu devoluto allo Stato pontificio, l’intera collezione costituì la dote di Vittoria della Rovere, ultima discendente, a suo marito Ferdinando II de’ Medici, granduca di Toscana. Molte opere preziose finirono così a Firenze, dove possiamo ammirarle ancora oggi. I Raffaello, i quattordici Tiziano e il doppio ritratto dei Duchi di Urbino di Piero della Francesca ne sono un esempio.
Una terza spoliazione fu attuata dal cardinale Antonio Barberini, primo legato pontificio e, infine, nel 1657 papa Alessandro VII fece confluire nella Biblioteca Apostolica le centinaia di volumi miniati della biblioteca di Federico da Montefeltro. Il 6 febbraio del 1975 vennero trafugate la madonna di Senigallia e la Flagellazione di Cristo di Piero della Francesca, entrambe recuperate poi a Locarno, in Svizzera, il 22 marzo dell’anno successivo.