Sarà aperta dall’11 giugno all’8 novembre la mostra “Rembrandt, Tiziano, Bellotto: spirito e splendore della Pinacoteca di Dresda”. Ad organizzare l’esposizione il Belvedere che ha scelto il Palazzo di Inverno del principe Eugenio, nel cuore storico di Vienna, come location ideale.
Rembrandt, Tiziano e Bellotto in mostra a Dresda, Vienna
Saranno circa cento i capolavori che si dislocheranno nel percorso espositivo. Rembrandt, Tiziano, Bernardo Bellotto, Guido Reni, Anthonis van Dyck ed Antoine Watteau solo alcuni dei grandi autori delle opere che sarà possibile ammirare.

Il dipinto di Annibale Carracci “Il genio della fama”
L’esposizione vuole essere una raccolta di tutte le opere d’arte custodite dalla Pinacoteca di Dresda per testimoniare la ricchezza del patrimonio artistico che la cittadina tedesca ha accumulato negli anni. In particolare, il periodo di massimo splendore risale ai regni di Augusto il Forte e di suo figlio Augusto III che in, appena, mezzo secolo misero in piedi una collezione di opere da fare invidia al mondo intero e tutt’ora custodite nella Pinacoteca.
Non solo. Alla già ricca collezione si aggiungono le opere acquistate nel 1745 dal duca di Modena Francesco III d’Este. Nell’ambito della mostra viennese, dunque, sarà possibile ammirare i dipinti di Carracci, Guercino e Velázquez. E anche del paesaggista Bernardo Bellotto che fu personalità di spicco della corte di Dresda.
L’apice del fulgore della Pinacoteca è senza dubbio riferito al periodo che va dal Barocco all’Illuminismo. Durante l’età, conosciuta come, augustea la collezione reale crebbe ulteriormente grazie al gusto dei regnanti Augusto il Forte, prima, e Augusto III poi. Artisti come Bernardo Bellotto o Conte Pietro Antonio Rotari furono convocati alla corte di Sassonia, facendo di Dresda uno dei maggiori centri d’arte del Sacro Romano Impero.
I capitoli della mostra
L’esposizione viennese punta proprio a mettere in rilievo l’evoluzione che portò la città tedesca a diventare un centro di formazione e scambio. Sono sette i capitoli in cui è suddivisa la mostra che mira a prendere in esame diverse tematiche in modo da esplorare la galleria di Dresda da varie angolazioni. Innanzi tutto si ricostruisce l’importanza della corte sassone come una fonte di mecenatismo, l’importanza della Dresda Art Academy, e si dedica un focus su generi come ritratto, paesaggio e natura morta.

Il Festival dell’amore di Watteau
Le opere di ritrattistica, di solito, sono solo volto o busto. I ritratti, più che raffigurare fedelmente una persona, cercano di descrivere e immortalare un’espressione umana. Il genere della natura morta si affermò nel XVI secolo. Pur essendo molto popolare fra i collezionisti, tale genere non venne mai tenuto in alta considerazione nei manuali d’arte.
Nel 1794 fu fondata, infine, l’Accademia di Dresda, che diventò un’istituzione per la formazione degli artisti e che sopravvive, con un altro nome, ancora oggi.
Gli anni dello splendore
Grande soddisfazione è stata espressa dal curatore della Galleria di Dresda per lo scambio di opere in mostra da oggi a Vienna. I dipinti che fanno parte della collezione degli elettori della Sassonia risale al Rinascimento, ma è certamente sotto Augusto il Forte (1670-1733) e soprattutto durante il regno di suo figlio Augusto III (1696-1763) che la Pinacoteca fiorì. La scelta del Palazzo d’Inverno, poi, come sede della mostra assume un significato particolare. Subito dopo la morte del principe Eugenio, nel 1736, Augusto III acquisì da lui tre statue classiche.