«È un grande onore venire a Napoli» – sono state queste le prime parole di Sylvain Bellenger, il nuovo direttore del museo di Capodimonte. La nomina, da parte del ministro per i Beni e le attività culturali Dario Franceschini, è arrivata lo scorso 18 agosto. Appena ricevuta la notizia, Bellenger non ha saputo trattenere l’emozione. «Napoli è una città che amo tanto».
Sylvain Bellenger. Chi è il Direttore del Museo di Capodimonte
È francese il neo direttore del museo di Capodimonte. Sylvain Bellenger, infatti, nasce sessant’anni fa a Valognes in Normandia. Si laurea nel 1978 a Paris X-Nanterre in Filosofia, specializzandosi, poi, in Storia dell’arte all’École du Louvree alla Sorbonne. Sempre qui, consegue anche il dottorato di ricerca.
Gli esordi professionali cominciano già in ascesa. Nel 1986 viene insignito del titolo di Conservateur des Musées de France. L’anno successivo, nel 1987, dirige i Museums of Montargis, in Francia. Ricoprirà l’incarico fino al 1991. Dal 1992 al 1999 lavora come direttore e curatore capo del Château and Museums of Blois. Sempre nel 1999, al termine dell’incarico, si trasferisce negli Stati Uniti, dove diventa curatore della pittura e scultura europea al Cleveland Museum of Art fino al 2005.
Ritorna in Francia con il ruolo di curatore capo all’Institut National d’Histoire de l’Art (INHA) di Parigi fino al 2010. Dal 2012 è capo dipartimento di pittura e scultura europee medioevali e moderne all’Art Institute di Chicago. Autore di numerose pubblicazioni, Sylvain Bellenger ha studiato e lavorato anche alla Getty Foundation, alla National Gallery of Art di Washington, a Yale e a Palazzo Farnese. Un altro importante riconoscimento arriva nel 2006 quando è insignito della Légion d’Honneur.
I nuovi obiettivi
Sylvain Bellenger è fra i quattordici storici dell’arte scelti da Franceschini per guidare le principali istituzioni museali italiane. Fa anche parte dei sette stranieri, tutti cittadini dell’UE, nominati, fra qualche polemica, dal ministro per i Beni e le attività culturali. Gli altri neo direttori sono italiani e, fra le nomine, ci sono quattro archeologi, un museologo/manager culturale e un manager culturale.

Il neo direttore del museo Sylvain Bellenger
La nomina è stata accolta con grande entusiasmo da Sylvain Bellenger che ha subito dichiarato quali sono i suoi obiettivi per migliorare e adeguare il museo di Capodimonte agli standard dei servizi europei. «La prima cosa è creare un collegamento fisico, con navette che ogni trenta minuti salgono al museo per intercettare nuove fasce di pubblico, ad esempio quello delle crociere, che di solito non va a vedere il museo».
Bellenger, inoltre, promette di mettere a disposizione la sua esperienza a livello internazionale: «La mia rete di relazioni internazionali, dal Louvre agli Usa, potrà essere utile a Napoli». «Credo molto nel rapporto col personale e con la città» – sottolinea, ancora il neo direttore, fiducioso sul da farsi nei prossimi anni alla guida del prestigioso museo.
Da Raffaello a Andy Warhol, la ricca collezione di Capodimonte
Il Museo nazionale di Capodimonte sorge all’interno dell’omonima reggia, nella località di Capodimonte, vicino Napoli. La collezione custodita può suddividersi in una raccolta di arte antica e una di arte contemporanea.
Inaugurato ufficialmente nel 1957, il museo custodiva opere già a partire dal 1758. Si tratta principalmente di pitture. Due le collezioni principali, quella Farnese, di cui fanno parte alcuni grandi nomi della pittura italiana e internazionale come Raffaello, Tiziano, Parmigianino, Bruegel il Vecchio, El Greco, Ludovico Carracci, Guido Reni; e quella della Galleria Napoletana, che raccoglie le opere provenienti dalle chiese della città e dei suoi dintorni, trasportate a Capodimonte a scopo cautelativo. Fra i nomi della collezione spiccano quello di Simone Martini, Colantonio, Caravaggio, Ribera, Luca Giordano, Francesco Solimena. Importante anche la collezione di arte contemporanea, unica nel suo genere in Italia. Fra le opere che vi fanno parte il “Vesuvius” di Andy Warhol.
Da abitazione a museo
Capodimonte ospita opere d’arte da quando Carlo di Borbone si pose il problema di fornire una degna sistemazione alle opere d’arte ereditate dalla madre, Elisabetta Farnese. Fu così che una parte della reggia fu destinata alla funzione museale già verso la metà del Settecento. A fine secolo, l’arrivo di Napoleone comportò la dispersione di molte opere e il loro saccheggio. Nell’Ottocento Capodimonte dismise il suo ruolo museale appannaggio di un uso esclusivamente abitativo.
Fu solo dopo l’unità d’Italia che Capodimonte ricominciò, seppur in via non ufficiale, ad avere una funzione museale. Nel secondo dopoguerra fu avviata la sua risistemazione. Capodimonte abbandonò definitivamente la sua funzione abitativa. Il museo fu inaugurato nel 1957.
Dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980, il museo chiuse parzialmente per un totale restauro: nel 1995 riaprì il primo piano, mentre nel 1999 riaprì completamente. Il direttore Nicola Spinosa si occupò della nuova collocazione delle opere, seguendo un ordine storico e geografico.