In realtà “I Tarocchi del Mantegna” non sono tarocchi e nemmeno del Mantegna.
Incisi con tutta probabilità prima del 1467 questo mazzo di 50 carte fu attribuito al grande Maestro ferrarese a causa dello stile collegato all’ambito ferrarese. A Ferrara, infatti, Andrea Mantegna si formò e lavorò proprio in quegli anni. Nessun documento, però, conferma che il pittore incise queste “carte” passate comunque alla storia come i suoi Tarocchi.
Neppure possiamo dire che queste carte siano dei tarocchi. I tarocchi, infatti, sono composti da 78 carte dove il gruppo degli Arcani Maggiori conta 22 carte illustrate con figure umane, animali e mitologiche anticamente chiamate “Trionfi”. Gli Arcani minori sono le altre 56 carte suddivise nella conosciutissima serie di 4 semi della tradizione italiana: denari, coppe, spade e bastoni. Ogni serie è di 14 carte dove 4 carte sono gli “Onori” (Fante, Cavaliere, Re e Regina) e le altre 10 numerali.
In questa serie, invece, mancano totalmente i semi e gli onori a parte qualche coincidenza per la carta del Matto e dell’Imperatore.
I Tarocchi del Mantegna si compine di 50 carte, suddivise in 5 serie da 10. I numeri indicano un preciso ordine gerarchico d’importanza.
Ogni gruppo inizia con “Le condizioni Umane” prosegue con Apollo e le Muse, Le Arti, Le Scienze. Si passa agli Spiriti e alle Virtù, ai Pianeti e le Stelle dell’Universo (seguendo la visione di Tolomeo) e infine all’Ottava Sfera, al Primo Mobile e alla Prima Causa: cioè Dio.
Non si sa come veniva usato questo mazzo. Più che carte da gioco sembrerebbero un’opera didattica e istruttiva, cosa non rara in un’epoca in cui la diffusione delle idee non era certo veloce come oggi.
ExpoitalyArt ha selezionato alcune immagini tra queste suggestive e antiche su carta pregiata a mano di Amalfi.

Tarocchi del Mantegna