L’uomo vitruviano è disegnato con inchiostro su carta. La dimensione originale è di cm 34 per 24. È conservato nell’Accademia di Venezia nel gabinetto dei disegni e delle stampe.
Questa figura d’uomo è inscritta contemporaneamente in un cerchio e in un quadrato. Il volto, presumibilmente, è l’autoritratto di Leonardo.

Il disegno illustra le proporzioni del corpo umano in forma geometrica ed è accompagnato da 2 testi di spiegazione uno nella parte superiore del foglio e l’altro nella parte inferiore.
L’idea dell’uomo come unità di misura che sta alla base di ogni manufatto e dell’architettura è di Marco Vitruvio Pollione vissuto nel I secolo avanti Cristo, che lo teorizza nel suo trattato “De architectura”.

Il trattato che si compone di ben 10 libri fu scritto in onore all’imperatore Augusto (che gli concesse una pensione) e divenne l’unico trattato di architettura disponibile. La sua unicità, più che i contenuti, lo posero come punto di riferimento.
Dimenticato per tutto il medioevo fu recuperato nel rinascimento grazie all’interesse degli architetti dell’epoca tra cui Francesco Di Giorgio.
Il disegno è stato realizzato nel periodo in cui Leonardo era in viaggio per Pavia intorno al 1490 ed ebbe modo di conoscere l’architetto Francesco di Giorgio di cui divenne un grande amico.
Francesco lo rese partecipe del suo trattato di architettura e della lezione di Vitruvio. Francesco Di Giorgio propone la sua soluzione con una figura già iscritta sia nel cerchio che nel quadrato in modo che l’altezza dell’uomo è contemporaneamente lato del quadrato e diametro del cerchio.

Così, però, l’ombelico non è al centro, contrariamente a quanto previsto dal Vitruvio.
Teniamo presente che Leonardo si definiva Homo senza lettere uomo senza cultura perché non aveva avuto la possibilità di studiare e di conoscere il latino per questo la rielaborazione in lingua volgare dei concetti vitruviani lo stimolò particolarmente. Da allora Leonardo da Vinci divenne un collezionista di libri è un avido lettore.
Dovete sapere che nell’ambito delle dispute su l’estetica perfetta e le proporzioni che è un uomo benfatto doveva avere alcuni pro vendevano per inserire l’uomo in un cerchio ed altri in un quadrato.
Il cerchio e il quadrato devono essere dunque letti in chiave simbolica, anche sulla base delle riletture cristiane della teoria del microcosmo: il cerchio sarebbe un’allusione alla sfera divina, mentre il quadrato rappresenterebbe il mondo terreno. L’uomo, a metà tra divino e terrestre, sarebbe un elemento di raccordo capace di unire i due mondi. In questo senso vanno dunque letti i primi tentativi di inscrivere l’uomo in un cerchio e in quadrato perfettamente sovrapponibili.

In ognuno dei 2 sistemi le proporzioni funzionavano, ma non insieme. Tant’è che uno degli enigmi, chiamiamolo così o dei passatempi dell’epoca era quello di conciliare le 2 idee visto che comunque l’uomo è uno solo.
Pensiamo a 2 diverse schieramenti di persone ognuno che tirava l’acqua al suo mulino una parte che affermava che le proporzioni perfette dell’uomo potevano essere inseriti esclusivamente in un cerchio e altre che dimostravano al contrario che le perfette proporzioni dell’essere umano generavano l’iscrizione in un quadrato. Ed ecco il geniale stratagemma di Leonardo. Spostando il quadrato in basso e disegnando 2 figure l’ombelico resta al centro… e il problema è risolto.
Nessuno infatti aveva determinato che il centro del quadrato dovesse essere anche il centro del cerchio.
Questa attività ben si adattava allo spirito di Leonardo per cui la pittura non era esclusivamente un fatto estetico esempio di bellezza e di rappresentazione, ma anche di scientificità d’indagine sulla natura. Per Leonardo disegnare è sapere, conoscere, capire. Questa idea, unita alla sua insaziabile volontà di conoscenza ha creato il mito.

Il corpo umano, in sostanza, “si fa misura”, si fa oggetto della pittura che è dunque strumento di conoscenza fondato sull’osservazione analitica del naturale e che giunge a ricostruire l’unità della forma attraverso il processo mentale di rielaborazione creativa.
L’uomo vitruviano di Leonardo ha suscitato un immenso fascino sugli artisti delle più diverse tendenze dell’arte moderna internazionale ispirando rifacimenti, citazioni, performance, pannelli, installazioni, sculture, fotografie, scenografie come testimoniano solo per fare qualche nome Fernand Léger, André Masson, Salvador Dalí, Arno Brecker, e tanti altri.