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  • Vita di Gustav Klimt, il pittore secessionista che amò le donne
Redazione
mercoledì, 21 Ottobre 2015 / Pubblicato il Artisti

Vita di Gustav Klimt, il pittore secessionista che amò le donne

Esponente di punta del Secessionismo viennese, di cui fu lui stesso artefice, Gustav Klimt fu un personaggio di rottura per la pittura di quegli anni. Personalità schiva e poco mondana, l’artista amò profondamente le donne, non solo dal punto di vista della rappresentazione pittorica.

Pare, infatti, che la sua conclamata infedeltà lo portò ad avere 14 figli. Secondo di sette fratelli, non fu l’unico in famiglia ad intraprendere la carriera artistica. Ecco la biografia del pittore austriaco.

Vita di Gustav Klimt, il pittore secessionista che amò le donne

Gustav Klimt nacque il 14 luglio del 1862 a Baumgarten, un sobborgo di Vienna, da una famiglia modesta. Il padre, immigrato boemo, era orafo e la madre era un’appassionata di musica lirica. Secondo di sette fratelli, Gustav, insieme a Ernst e Georg, intraprese la carriera di pittore. A quattordici anni, Klimt frequentò la scuola d’arte e mestieri del Museo Austriaco per l’arte e l’industria.

Già da giovane, insieme al fratello Ernst e all’amico Franz Matsch, ottenne la commissione per la decorazione del cortile del Kunsthistorisches Museum. Da questo momento in poi iniziò a lavorare più o meno costantemente con il fratello a vari progetti.

"L'albero della vita" di Gustav Klimt / 1905-1909

“L’albero della vita” di Gustav Klimt / 1905-1909

Nel 1880 dipinse le quattro allegorie del Palazzo Sturany a Vienna e il soffitto della Kurhaus di Karlsbad. Tra il 1886 e il 1888 si occupò della decorazione del Burgtheater di Vienna. Tali commissioni fecero guadagnare ai tre la notorietà negli ambienti artistici. Fu questo un periodo di relativa tranquillità e serenità economica.

I lutti e l’incontro con Emilie

La felicità della vita privata di Klimt però subì un duro colpo. Nel 1892 moriva il padre e solo qualche mese più tardi anche il fratello minore Ernst si spense improvvisamente. Klimt si ritrovò, nel giro di pochissimo tempo, a dover farsi carico di entrambe le famiglie. Questi due gravi lutti lasciarono, inevitabilmente, il segno anche nella sua produzione artistica.

Sempre in quegli anni, il pittore austriaco conobbe Emilie Flöge, che sarebbe stata accanto a Klimt fino alla sua morte, nonostante i ripetuti tradimenti di quest’ultimo.

La Secessione viennese

Verso la fine dell’Ottocento, con la prima mostra del 1898, nacque il movimento artistico della Secessione Viennese, di cui Klimt fu il presidente. Gli esponenti di quello che fu un movimento culturale a tutto tondo e che coinvolse, non solo la pittura ma anche altri settori dell’arte e della cultura, avevano come obiettivo la creazione di uno stile che si distaccasse da quello accademico. Le Secessioni introdussero in Austria e in Germania le novità stilistiche dell’Art Nouveau che in quel momento dilagavano per tutta Europa.

Alla prima mostra della Secessione vennero esposte, oltre a quelle di Klimt, le opere di Auguste Rodin, Puvis de Chavannes, Arnold Böcklin, Alfons Mucha e Fernand Khnopff. La seconda mostra avrebbe inaugurato il Palazzo della Secessione, appositamente progettato da Joseph Maria Olbrich.

La decorazione dell’Aula Magna

A testimoniare quanto Klimt si distaccasse dai canoni della pittura tradizionale, rompendo, di fatto, con gli schemi accademici il singolare episodio dell’Aula Magna. Nel 1894, l’Università di Vienna commissionò all’artista la decorazione del soffitto dell’aula magna sul tema illuminista del trionfo della Luce sulle Tenebre, da sviluppare su tre facoltà: Filosofia, Medicina e Giurisprudenza.

I tre pannelli, andati distrutti in un incendio, furono duramente contestati dai committenti, che al posto della rappresentazione del progresso della cultura, si erano trovati di fronte ad un turbinio di corpi sensuali. L’intero corpo docente arrivò a protestare in Parlamento, tanto che Klimt decise di rompere il contratto e restituire l’anticipo già versato.

"Il bacio" è uno dei quadri più famosi di Gustav Klimt

“Il bacio” è uno dei quadri più famosi di Gustav Klimt

Nonostante la mancata approvazione da parte degli ambienti accademici, il pittore austriaco trovò i suoi mecenati tra le ricche famiglie ebree della borghesia viennese, amanti dell’arte d’avanguardia.

Il periodo “aureo”

La visita a Ravenna del 1903 segna una tappa importante per lo stile pittorico di Klimt. Osservando lo sfarzo dei mosaici bizantini, ricchi di oro, il pittore resta profondamente ammirato dallo stile. Klimt era già approdato alla bidimensionalità e al linearismo delle figure con il dipinto “Giuditta I” del 1901.

I due viaggi a Ravenna non fecero altro che accentuare le scelte dell’artista che già si muovevano in quella direzione. Da quel momento l’oro acquista una valenza espressiva maggiore. Il periodo aureo di Klimt si concluse nel 1909 con il quadro “Giuditta II”.

Il mutamento di stile e la morte

Con la crisi della Secessione viennese, Klimt si avvicinò ai cosiddetti Laboratori Viennesi. In questa fase, abbandonata l’eleganza delle linee liberty, il pittore si concentrò sul colore, che divenne più acceso e vivace.

Il pittore Gustav Klimt nel 1914

Il pittore Gustav Klimt nel 1914

Nel 1911 Klimt ricevette il primo premio dell’Esposizione Internazionale di Arte di Roma per “Morte e vita”. Al ritorno da un viaggio in Romania, l’11 gennaio 1918, venne colpito da un ictus che lo condurrà alla morte. Klimt si spense il 6 febbraio del 1918 a Neubau.

L’eredità di Klimt

Formatosi stilisticamente con i canoni di pittura tradizionali, Gustav Klimt seppe da subito emarciparsi diventando l’esponente di punta del movimento della Secessione viennese. Piuttosto che rappresentare fedelmente la realtà, Klimt preferiva evocarla attraverso i suoi simboli.

Le linee eleganti e morbide, la bidimensionalità delle forme e il colore caratterizzano lo stile del pittore austriaco. Centrale nei lavori di Klimt è la figura femminile. Anche quando rappresentano figure allegoriche, le donne sono visibilmente ritratte da personaggi della vita quotidiana; talvolta si tratta di prostitute che vengono raffigurate con acconciature vaporose e trucco pesante, oppure sono rappresentate come femmes fatales, dai cui volti traspare una forza interiore straordinaria.

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